Passa la linea bipartisan: «I fondi del Pnrr non finanzino le armi»
Prima la camera e poi il senato hanno approvato la mozione della maggioranza con gli impegni al governo sul Pnrr. I due rami del parlamento hanno dato il loro sì anche al punto delle mozioni delle opposizioni in cui si impegna l’esecutivo ad escludere l’utilizzo delle risorse del Pnrr per acquisto e produzione di armamenti. Tema sul quale Raffaele Fitto, il ministro per gli affari Ue e il Pnrr, aveva già dato il suo via libera.
LA VOTAZIONE alla camera è avvenuta per parti separate. Il testo, su cui il governo aveva espresso parere favorevole, impegna il governo, «al fine di assicurare la piena realizzazione del Pnrr e il raggiungimento di tutti gli obiettivi qualitativi e quantitativi previsti, a elaborare una proposta di aggiornamento del Piano che si focalizzi specificatamente su misure che hanno registrato un notevole ritardo nella fase di avvio o un rilevante incremento dei costi». A quel punto la maggioranza ha assunto anche i punti delle mozioni di Pd, M5S e Alleanza Verdi Sinistra che escludono l’uso delle risorse del Pnrr per armi, con riferimento alla possibilità aperta dalla procedura Asap approvata dal parlamento europeo, e respingendo le altre parti.
È PASSATA con parere favorevole del governo la mozione presentata dal gruppo Az/Iv che impegna l’esecutivo a «trasmettere alle Camere» le schede di revisione del Pnrr e il nuovo capitolo RePowerEu; a «garantire il pieno coinvolgimento del parlamento e delle opposizioni» nella revisione del Pnrr che nella sua implementazione, a includere nella revisione del Pnrr la riattivazione dell’unità di missione Italia Sicura e il ripristino di Industria 4.0 e a prevedere interventi di semplificazione che portino alla «autonomia strategica» dell’Italia sugli approvvigionamenti energetici».
«LA QUESTIONE della mozione discussa oggi merita attenzione perché abbiamo avuto dal governo la chiarezza che avevamo chiesto nell’escludere dal Pnrr la produzione di armamenti e munizioni» dice la segretaria del Pd Elly Schlein, facendo riferimento al fatto che in prima battuta il governo aveva deciso di respingere tutte le proposte delle opposizioni. In aula, il capogruppo Francesco Boccia ha elencato i punti critici.
«La reazione del governo alle evidenze della Corte dei conti ha danneggiato non solo i rapporti istituzionali ma la sua stessa credibilità – ha sostenuto Boccia – Fitto, che non ha votato il Pnrr quando è nato in Europa nel 2020 e nemmeno nei passaggi successivi dei governi Conte 2 e Draghi, omette che l’Italia ha ottenuto il Pnrr per ridurre le disuguaglianze, per la scuola pubblica, la sanità pubblica, i servizi alla persona, il trasporto pubblico, il Mezzogiorno, le aree disagiate, la transizione ecologica e digitale. Non sappiamo se per alcuni territori alcuni provvedimenti e interventi siano garantiti».
IL CAPOGRUPPO a Montecitorio del Movimento 5 Stelle Francesco Silvestri mette l’accento sulle parti delle mozioni dell’opposizione che non sono state recepite dalla maggioranza, in tema di controlli della Corte dei conti. «Stanno provando a far passare il concetto che la capacità di spesa delle amministrazioni locali dipende dall’indebolimento degli anticorpi dello Stato contro la criminalità, e questo è inaccettabile – denuncia Silvestri – Abbiamo chiesto il ripristino della responsabilità erariale, di ridare alla Corte dei conti i suoi poteri di monitoraggio e di impegnarsi a non spendere nemmeno un euro delle risorse del Pnrr per produrre nuove armi».
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