Esiste una poesia operaia, un impulso lirico determinato dall’esperienza della fabbrica, o addirittura nato da questa? Non so se sia possibile e opportuno affidarsi a un’etichetta che rischia – come ogni etichetta – di rivelarsi ingannevole. Anche se in un caso come quello di Pasquale Pinto la fabbrica sembra davvero segnare indelebilmente lo spazio della scrittura, come testimonia ora La terra di ferro e altre poesie (1971-1992), Marcos y Marcos (pp. 143, € 20,00), a cura di Stefano Modeo, Prefazione di Simone Giorgino. Un volume antologico, che restituisce al lettore la parabola di un ventennio in versi, legati a doppio...