Alto e basso, il richiamo alla Costituzione antifascista di Benigni e l’apoteosi dei Pooh e del trio Albano Ranieri Morandi. E ancora: il discorso sulla giustizia e i giovani reclusi nei centri di detenzione, l’accorato appello contro il regime iraniano e le frenesie dance anni novanta nell’esibizione in tutine argentate di Paola e Chiara. Sanremo è tutto il contrario di tutto anche adesso che si sono spenti i riflettori sulla settantatreesima edizione, la quarta di Amadeus che ha infilato ascolti da record. Anche venerdì per la serata delle cover e dei duetti, ha tenuto incollato 11 milioni di spettatori e ottenuto uno share mai verificatosi dal 1986, il 66% con picchi al 74% durante la premiazione di Marco Mengoni, il vincitore. Ma a fronte di un successo sottolineato da una raccolta pubblicitaria monstre (oltre 50 milioni di euro), è già partita una caccia tutta politica che ha – come in qualche modo ci si aspettava – l’obiettivo di cambiare i vertici (e le gerarchie) nei piani alti di viale Mazzini.

L’INVOLONTARIO «cavallo di Troia» dell’assalto alla Rai è rappresentato da Fedez che dopo aver strappato giovedì in collegamento la foto di Bignami vestito da nazista, venerdì sul palco dell’Ariston ha spronato nel corso dell’esibizione con gli Artocolo 31 la premier Meloni a legalizzare le droghe leggere.
FdI parla di «killeraggio politico» e parte senza mezzi termini con un attacco ai responsabili della Rai che avrebbero autorizzato «lo show» di Fedez. «Il nostro governo non legalizzerà mai la cannabis e nessun tipo di droga – risponde Alfredo Antoniozzi, vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera — Riteniamo che la cannabis sia una droga a tutti gli effetti e che possa provocare seri problemi a chi la consuma. Troppi ragazzi – sottolinea Antoniozzi – la usano abitualmente, persuasi da un mondo culturale e artistico che la dipinge ingiustamente come una sostanza innocua». Un coro contro la Rai portato da più voci del partito di Giorgia Meloni: «Il doppiopesismo della Rai non è più accettabile.

Gli attacchi di Fedez ad un viceministro, con tanto di foto stracciata in diretta, non sono stati una spiazzante improvvisata, ma un vero killeraggio politico», tuona Manlio Messina, vice capogruppo vicario di Fratelli d’Italia alla Camera. E se non fossero abbastanza chiare le mire del partito di maggioranza, arrivano le dichiarazioni del sottosegretario alla Cultura Giancarlo Mazzi: «Cambiare i vertici della Rai? Non dipende da me o solamente da me ma penso che lo faremo. È giusto cambiare la narrazione del Paese».«Killeraggio politico, marijuana mai legale». Il Pd: «Aria di Minculpop»

LA REPLICA del Pd arriva a stretto giro: «È paradossale la richiesta di dimissioni da parte di FdI dei dirigenti Rai responsabili dell’esibizione di Fedez: sul palco non ha detto o mostrato nulla che già non fosse pubblico e risaputo. FdI intende governare limitando la libertà di espressione? Tira aria di Minculpop». Così su Twitter la presidente dei senatori del Pd Simona Malpezzi. A rispondere agli attacchi durante la conferenza stampa mattutina del festival è anche Stefano Coletta, direttore del prime time di intrattenimento Rai: «Il festival di Sanremo è un prodotto televisivo, e non è sempre il risultato di strumentalizzazioni politiche. Pensare che dietro ogni scelta ci sia una strumentalizzazione, davvero non è più civile. Quando si lavora a Sanremo si lavora al prodotto televisivo più importante. Ma è solo un prodotto televisivo». Tranchant anche sulla richiesta di dimissioni: «Dimissioni? È incivile che debba rispondere di omesso controllo degli artisti».