Sul gasdotto Midi-Catalonia che dovrebbe unire la rete spagnola a quella francese – parte di un tracciato da Lisbona all’Europa dell’Est – si è abbattuta ieri una doccia scozzese. A far ben sperare il governo Sánchez e quello regionale catalano era stato il sostegno del cancelliere tedesco Olaf Scholz. Il progetto, avviato nel 2013 e resuscitato dalla crisi ucraina, prevede una condotta di 227 km dalla località catalana di Hostalric a quella occitana di Barbaira, in grado di iniettare in Europa 8 miliardi di metri cubi l’anno, raddoppiando quelli che Madrid invia già a Parigi tramite due gasdotti nel Paese Basco.

MA LA PIPELINE che dovrebbe essere realizzata attraverso i Pirenei dalla spagnola Enagás e dalla francese Teréga (di proprietà dell’italiana Snam) sarebbe stata nuovamente bocciata da Parigi. Contraddicendo le dichiarazioni della vicepremier spagnola Teresa Ribera, secondo la quale la parte spagnola dell’infrastruttura potrebbe essere pronta «in otto-nove mesi», in una mail riportata da El Pais il ministero francese per la Transizione energetica, guidato da Agnes Pannier-Runacher, afferma che «il progetto richiederebbe molti anni per essere operativo» e non sarebbe quindi utile a rimpiazzare in tempi brevi le forniture di gas russo.

Il MidCat rappresenterebbe un investimento oneroso – circa 3 miliardi – e a medio termine, mentre per Parigi occorrono «investimenti più piccoli e veloci», ad esempio per la costruzione di rigassificatori sulle coste tedesche in grado di accogliere le navi cariche di gas naturale liquefatto provenienti da Golfo Persico e Usa.

Secondo il ministero francese, poi, il progetto rischia di contraddire l’impegno comune europeo a contrastare il cambiamento climatico facendo a meno dei combustibili fossili entro il 2050, scatenando nuove proteste ambientaliste. In effetti nella valle del Rodano e in Catalogna partiti di sinistra, associazioni ecologiste e comitati hanno ripreso la mobilitazione denunciando l’alto impatto ambientale dell’opera.

Ma il no di Parigi – che ribadisce quello pronunciato nel 2019 – manifesta anche i divergenti interessi francesi, in campo energetico, rispetto a quelli dei suoi competitori europei.

NEGLI ULTIMI MESI LA SPAGNA si è assicurata una crescita delle forniture di gas algerino e di Gnl; Madrid mira a redistribuirne in Europa una parte consistente per diventare un hub strategico della rete energetica continentale. La Spagna ha il sostegno di Berlino, che ha una forte dipendenza dal gas russo e l’urgenza di rimpiazzarlo. Ma Parigi ha affidato la sua autosufficienza energetica all’atomo, da potenziare con la costruzione di sei nuove centrali, sperando così di rafforzare il suo ruolo di potenza energetica nel continente, magari affiancando al nucleare altri rigassificatori.

Mentre la stampa spagnola di destra denuncia con rabbia gli ostacoli frapposti dalla grandeur francese all’ascesa di Madrid, per pronunciarsi il governo Sánchez attende una dichiarazione ufficiale di Parigi.