Paolo Maddalena: «Dalla Campania legge folle e incostituzionale»
Paolo Maddalena, ex presidente della Corte costituzionale, napoletano, si è occupato molto di diritto ambientale. La Consulta è chiamata a valutare la legge regionale della Campania sull’abusivismo esclusivamente dal punto […]
Paolo Maddalena, ex presidente della Corte costituzionale, napoletano, si è occupato molto di diritto ambientale. La Consulta è chiamata a valutare la legge regionale della Campania sull’abusivismo esclusivamente dal punto […]
Paolo Maddalena, ex presidente della Corte costituzionale, napoletano, si è occupato molto di diritto ambientale. La Consulta è chiamata a valutare la legge regionale della Campania sull’abusivismo esclusivamente dal punto di vista delle competenze, quelle che il governo nazionale rivendica a sé, ma il giudizio di Maddalena va oltre ed entra nel merito del provvedimento. Stroncandolo.
«L’idea che un comune acquisendo un immobile abusivo lo possa legittimare e addirittura valorizzare mettendolo in locazione – dice – è un’idea folle e incostituzionale».
Incostituzionale?
Sì, in maniera molto stringente. Perché l’articolo 41 della Costituzione stabilisce sì che «L’iniziativa economica è libera» ma aggiunge che «non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza», come sicuramente è nel caso di un immobile costruito al di fuori delle regole e dei piani.
Vede altri aspetti di illegittimità nella legge De Luca?
Probabilmente è anche in contrasto con l’articolo 42, quello che prevede che la legge stabilisce limiti alla proprietà privata «allo scopo di assicurarne la funzione sociale». Distruggere il territorio non è certo una funzione sociale. I teorici contratti di locazione dell’immobile abusivo non potranno essere validi: andrebbero contro l’ordinamento giuridico e i superiori principi costituzionali.
De Luca sostiene che il suo è un discorso di realismo.
Purtroppo è vero che i condoni edilizi hanno aperto la strada a una legislazione nazionale e regionale che non protegge più gli interessi generali della collettività, ma gli interessi particolari, che siano dei grandi costruttori o dei piccoli inquilini. La Corte costituzionale però può ristabilire la prevalenza dell’interesse pubblico. E dunque il diritto all’ambiente, che discende dall’obbligo della Repubblica di tutelare il paesaggio, articolo 9, e il diritto alla salute, articolo 32.
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento