Panico dem alla vigilia del dibattito

Alla vigilia del dibattito presidenziale, la notizia della prima oscillazione negativa nei sondaggi per Kamala Harris, da quando è entrata nella corsa per la Casa bianca ha seminato il panico nella base democratica. Un sondaggio nazionale condotto dal New York Times e dal Siena College tra i probabili elettori, ha rilevato che Trump guidava le preferenze a livello nazionale con una percentuale del 48% contro il 47% di Harris, entro il margine di errore di tre punti percentuali. Un sondaggio sostanzialmente identico a quello di fine luglio, fatto subito dopo che Joe Biden aveva rinunciato alla sua candidatura per la rielezione, ma è stato sufficiente per riaccendere il panico in una base che ormai si sentiva fuori pericolo.

Ciò che mostrano questi sondaggi è che la polarizzazione degli elettori, così come la sostanziale parità tra i due candidati, delinea una situazione in cui la vittoria non è in tasca a nessuno, e in particolare il testa a testa è più serrato in tre dei sette stati chiave: Pennsylvania, Wisconsin e Michigan. Ed è proprio qui che si stanno concentrando gli sforzi dei democratici. Venerdì Harris farà un comizio in una zona rurale della Pennsylvania, Wilkes-Barre, e il candidato vice Tim Walz andrà in Michigan e Wisconsin.

Per via di questo testa a testa, e dell’ansia che ha indotto, il primo dibattito fra i due candidati è stato seguito come una finale del Superbowl, trasmesso sugli schermi dei bar in cui sono stati organizzati Watch party, visioni collettive, in tutti gli Stati uniti, sia dalla base che dalla campagna dei partiti. «Da quando Harris è scesa di un punto nei sondaggi sono raddoppiate le offerte di Watch party – dice Hanna Warken, 38 anni di Brooklyn e attivista dem – È come se l’idea di un ritorno di Trump alla Casa bianca non si potesse gestire da soli».