C’è una storia che molti amano ripetere in Nagorno-Karabakh. A un giornalista straniero che gli aveva chiesto di quanti soldati potesse disporre, il presidente della piccola repubblica secessionista, Bako Sahakyan, avrebbe risposto: «150.000 persone, tutta la popolazione del mio paese». In effetti dopo tanti anni la guerra, per gli abitanti di questa regione contesa, è divenuta come una seconda pelle. Non c’è uomo che non abbia combattuto, e tutti quelli che ho incontrato hanno almeno una vittima fra parenti o amici. Fuori dalla capitale, Stepanakert – tirata a lucido – il paesaggio è segnato da edifici spettrali, abbandonati o in...