Un vetusto stereotipo discrimina giornalismo e letteratura, dove il primo termine corrisponderebbe alla superficie e il secondo alla profondità, l’uno alla nuda comunicazione, l’altro a una più complessa espressione: passibile di infinite varianti, questa distinzione di comodo è del tutto insignificante per un autore come Osvaldo Soriano, che nella sua troppo breve parabola seppe tradurre il giornalismo in letteratura tout court, come sanno i più anziani lettori del «manifesto», del quale fu collaboratore nei suoi ultimi anni di vita. Edito per la prima volta in italiano da Rizzoli nel 1986, Artisti, pazzi e criminali viene ora riproposto da Sur nella...