Qui è cambiato tutto. Qui non cambia mai nulla. Chi ritorna tra Palestina e Israele dopo qualche anno di assenza può venire travolta da un’impressione in apparenza doppia, contraddittoria: che non cambi mai niente, che sia tutto cambiato. In peggio. La contraddizione è meramente fittizia: è la realtà sul terreno quella che le dà ragion d’essere, negli occhi che a stento riconoscono le colline di uliveti mangiate da altri anelli di colonie, che vedono nelle vallate che abbracciano la città vecchia di Gerusalemme l’ennesimo «progetto turistico-archeologico» gestito da associazioni dell’estrema destra israeliana, che scoprono nuove forme di dipendenza economica con...