Internazionale

Ora la Casa bianca è «citata in giudizio»

Gli impiccioni Le commissioni della Camera ribadiscono: «Vogliamo i documenti»

Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 6 ottobre 2019

Il comitato di sorveglianza della Camera ha citato in giudizio la Casa bianca nell’ambito dell’indagine di impeachment contro Trump; ciò che i presidenti delle tre commissioni vogliono, sono i documenti relativi alla telefonata fra Trump e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, al centro della loro inchiesta, e che la Casa bianca non ha prodotto dopo la richiesta datata 9 settembre.

Trump aveva reso chiaro che non avrebbe consegnato nessun documento se prima Pelosi non avesse fatto una votazione formale alla Camera per aprire l’impeachment; il voto alla Camera, però, non è legalmente richiesto per aprire l’inchiesta, mentre non fornire i documenti risulta come ostruzione della giustizia.

Questo evento arriva dopo due giorni frenetici in cui il presidente Usa, nel mezzo di un’inchiesta di impeachment, per verificare se ha incoraggiato dei leader stranieri a indagare sul suo avversario politico Joe Biden, durante un incontro con i giornalisti, ha pubblicamente chiesto al leader cinese di indagare su Biden, visto che «la Cina dovrà fare quello che vogliamo» perché «noi abbiamo un enorme potere»; poi, senza spiegare a cosa si riferisse, The Donald ha aggiunto che la Cina dovrebbe iniziare a indagare i Biden, in quanto «ciò che è accaduto in Cina è grave tanto quanto quello che è accaduto in Ucraina», e ha concluso dicendo: «Se fossi il presidente Zelensky, aprirei un’indagine sui Biden».

Questo scambio di battute è avvenuto mentre la Camera stava interrogando l’ex inviato speciale degli Usa in Ucraina, Kurt Volker, il quale ha presentato una serie di messaggi compromettenti tra lui, Bill Taylor il maggiore diplomatico Usa in Ucraina, e Gordon Sondland, ambasciatore Usa presso l’Unione europea, che rivelano una discussione tra i diplomatici americani sul fatto che il presidente stesse cercando di utilizzare gli aiuti per la sicurezza, o un incontro alla Casa Bianca con il nuovo leader ucraino, come leva per spingere l’Ucraina a cercare del torbido su Biden e che la mente dietro a tutto ciò fosse l’avvocato personale di Trump, Rudy Giuliani.

Le commissioni della Camera hanno chiesto i documenti sulla vicenda anche al vicepresidente Mike Pence, con scadenza 15 ottobre. Trump, dice il Washington Post, ha coinvolto più volte Pence nelle sue pressioni su Zelensky e aveva affidato a lui l’incarico di dire a Zelensky che gli aiuti Usa sarebbero rimasti congelati senza un’azione più aggressiva contro la corruzione in Ucraina.

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