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Operazione grano gratis per l’Africa. Mosca: «Già salpate due navi»

Operazione grano gratis per l’Africa. Mosca: «Già salpate due navi»L'incontro a San PIetroburgo tra Putin e il capitano Ibrahim Traoré, a capo della giunta militare che governa il Burkina Faso – Ap

Emergenza fame e guerra dei cereali La Russia mantiene la promessa, ma a beneficiare dei primi carichi saranno solo i paesi amici

Pubblicato circa un anno faEdizione del 18 novembre 2023

Dalle parole pronunciate durante il recente summit russo-africano di San Pietroburgo ai fatti: la Federazione russa, invierà gratuitamente carichi di grano a determinati paesi africani, provando così a rovesciare la narrazione di Mosca che avrebbe condannato alla fame mezzo continente africano ritirandosi dall’accordo che permetteva l’esportazione dei cereali ucraini dai porti del Mar Nero.

«Le prime due navi sono già salpate dai porti russi – ha annunciato ieri all’agenzia Ria Novosti il ministro dell’Agricoltura Dmitry Patrushev – con un carico di 25 mila tonnellate ciascuna. Sono dirette in Somalia e in Burkina Faso». La Somalia è del resto la destinazione più pratica, via Suez. Al tempo stesso è la più ovvia per la grave crisi (anche) alimentare che affligge la sua popolazione. E soprattutto a San Pietroburgo sono stati rinsaldati i rapporti diplomatici e la cooperazione militare. Per il Burkina Faso, che non ha sbocchi al mare e dista oltre 7mila chilometri da Mogadiscio, con l’attraversamento di almeno cinque frontiere, la logistica sarà più complessa. Ma per il Paese che ha messo alla porta le truppe francesi diventando uno dei nuovi bastioni dell’influenza russa nel Sahel, con un alto livello di cooperazione economica e militare, è il minimo che la Russia possa fare.

Un discorso simile vale anche per le prossime forniture gratuite. Un totale di 200 mila tonnellate – ha aggiunto il ministro – previste entro fine anno per altri quattro paesi: da un lato la Repubblica Centrafricana e il Mali, i cui governi sono ricorsi in tempi e modi diversi ai servizi della compagnia Wagner; dall’altro lo Zimbabwe e l’Eritrea, che non hanno mai voltato le spalle alla Russia nei voti all’Onu. Giocano un ruolo anche gli interessi minerari, che fino a poco tempo fa erano la specialità di Prigozhin e ora dovrebbero tornare sotto il controllo del Cremlino.

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