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Open Arms, la procura di Zuccaro ci ripensa e archivia l’inchiesta

Open Arms, la procura di Zuccaro ci ripensa e archivia l’inchiestaLa nave dell'Ong spagnola Proactiva Open Arms

Catania Il gip accoglie la richiesta della Procura, non ci sono prove contro il comandante Marc Reig Creus e il capo missione Ana Isabel Montes Mier della nave della ong spagnola

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 16 maggio 2019

Il gip del tribunale di Catania, accogliendo la richiesta della procura, ha archiviato la posizione del comandante Marc Reig Creus e del capo missione Ana Isabel Montes Mier dell’Ong spagnola Proactiva Open Arms. Erano indagati per associazione a delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina per lo sbarco a Pozzallo, in provincia di Ragusa, il 17 marzo 2018 di 216 migranti soccorsi al largo della Libia. Dal 2017 la procura retta da Carmelo Zuccaro aveva iniziato a lavorare sull’ipotesi che le organizzazioni non governative si comportasse come «taxi del mare», l’accusa all’Open Arms aveva rilanciato la tesi. Il vicepremier 5S Luigi Di Maio, ancora lunedì scorso, aveva spiegato su Repubblica: «Diverse procure hanno appurato il comportamento illecito di alcune Ong». Ma per ora le inchieste si stanno tutte risolvendo in nulla.

A marzo i pm avevano disposto il sequestro della Open Arms: «L’obiettivo primario era salvare migranti e portarli in Italia, senza rispettare le norme, anzi violandole scientemente». Veniva contestato «il rifiuto di consegnare i profughi salvati a una motovedetta libica» e che, «nonostante la vicinanza con Malta», la nave abbia proseguito verso l’Italia «come era sua prima intenzione». L’Ong si è sempre difesa sostenendo di avere agito «in stato di necessità per salvare vite umane». Lo sviluppo delle indagini non ha dato riscontri per un eventuale processo penale.

Cadute le accuse a Catania, resta da affrontare il filone rimasto aperto a Ragusa, dove a Marc Reig Creus e Ana Isabel Montes Mier vengono contestati i reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e violenza privata. La violenza privata, scrivono il procuratore Fabio D’Anna e il sostituto Santo Fornasier, sarebbe stata commessa nei confronti del Viminale, attraverso il capo del dipartimento delle Libertà civili e dell’immigrazione, che, secondo l’accusa, «sarebbe stato costretto a concedere l’approdo in un porto italiano dopo la mancata richiesta alle autorità maltesi, come era stato indicato dallo stato di bandiera». Da Proactiva Open Arms replicano: «Dice Salvini che i porti sono chiusi, ma non è così, la legge parla chiaro e di solito dà ragione a chi la rispetta o a chi non si nasconde dietro l’immunità parlamentare»

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