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Omaha Beach ottant’anni dopo, con Joe Biden ma senza la Russia

Omaha Beach ottant’anni dopo,  con Joe Biden ma senza la RussiaBiden e Macron al D-Day – foto Ap

D-Day Zelensky alla celebrazione dello sbarco in Normandia. Macron si prende la prima serata tv a ridosso del voto: «Sarà pace solo se l’Ucraina resisterà»

Pubblicato 4 mesi faEdizione del 7 giugno 2024

C’è la volontà di istituire un parallelismo tra ieri e oggi, tra lo sbarco in Normandia che 80 anni fa ha segnato l’inizio della sconfitta del nazismo sul fronte occidentale e la situazione attuale, con la guerra tornata in Europa. La cerimonia internazionale a Omaha Beach, ieri, estremamente commovente con la presenza degli ultimi veterani ancora in vita, è stata dedicata non solo agli omaggi e ai ricordi, ma all’attualità. Volodymyr Zelensky è stato al centro delle celebrazioni, con la presenza di una trentina di capi di stato e di governo.

JOE BIDEN, che in mattinata ha partecipato alla cerimonia a Colleville-sur-Mer, ha rassicurato gli europei che temono un disimpegno Usa: «Non indietreggeremo» sull’Ucraina, «non guardiamo altrove», se lo facciamo l’Ucraina «cadrà sotto il giogo russo e poi l’Europa tutta intera» ha affermato il presidente Usa, insistendo sulla battaglia tra «libertà e tirannia» per un’Ucraina «invasa da un tiranno». Anche Emmanuel Macron ha rassicurato gli ucraini, «siamo qui e non cederemo». Il presidente francese, a pochi giorni da un’elezione europea dove l’estrema destra è in crescita, ha messo in guardia: quando «si insinuano anestesia e amnesia, quando le coscienze si addormentano», di fronte «al ritorno della guerra nel nostro continente, di fronte alla rimessa in causa di tutto ciò per cui loro si sono battuti, di fronte a coloro che pretendono di cambiare le frontiere con la forza o di riscrivere la storia» dobbiamo «essere degni di coloro che sono sbarcati qui». In serata, in un’intervista tv molto criticata dalle opposizioni perché a tre giorni dal voto europeo, Macron afferma che la pace ci sarà solo «se Ucraina resiste». Rifiuta l’«escalation» ma precisa che Kyiv ha chiesto la formazione dei militari sul suo territorio, mentre conferma la decisione di permettere l’uso di armi francesi per colpire il territorio russo da dove partono gli attacchi. Avverte: con l’estrema destra «l’Europa sarà bloccata».

LA RUSSIA non è stata invitata, a causa dell’aggressione dell’Ucraina, ma Macron ha evocato l’Armata Rossa e il ruolo avuto nella sconfitta del nazismo. È dall’84, da quando l’allora presidente François Mitterrand trasformò in un appuntamento internazionale le celebrazioni dello Sbarco, fino ad allora organizzate solo dagli anglo-americani, che il ricordo del 6 giugno ’44 è diventato un momento geopolitico. Ieri, in una grande solennità unita a una forte commozione, con una importante partecipazione popolare, aleggiava però nell’aria la minaccia palpabile della fine di un mondo. Carlo III in lacrime la mattina al memorial di Ver-sur-Mer, che poi ha lasciato l’erede William rappresentare la Gran Bretagna a Omaha Beach, l’anziano Biden fragile barriera contro il ritorno del demagogo Trump, l’ospite Macron che viaggia verso una sconfitta alle europee, Sergio Mattarella che rappresenta l’Italia mentre ormai a Roma dominano gli eredi di un violento passato, il socialdemocratico Olaf Scholz, anche lui indebolito, a rappresentare per la terza volta la Germania alle commemorazioni dello sbarco, hanno firmato una Dichiarazione di Normandia che evoca un ordine mondiale occidentale che oggi è in via di disfacimento.

Le istituzioni internazionali, eredi di quell’ordine, funzionano sempre peggio. La Cina e la Russia, assenti ieri, sfruttano a loro vantaggio il risentimento del sud globale, anch’esso assente, malgrado ci fossero dei soldati del “terzo mondo” nello Sbarco. Alla cerimonia ieri è stato dato ampio spazio all’evocazione della Resistenza. Il Chant des Partisans, l’Inno alla Gioia (testo di Schiller, musica di Beethoven) diventato l’inno europeo, l’insistenza sui valori che poi lo stesso occidente ha svalutato e tradito, oggi il non detto dei “due pesi due misure” rispetto alla situazione a Gaza, malgrado una Dichiarazione del Quad firmata ieri in Normandia Usa, Germania, Francia, Gran Bretagna).

OGGI ZELENSKY interviene all’Assemblée nationale, non senza polemiche da parte delle opposizioni che potrebbero in parte disertare l’aula. La Francia accorda a Kyiv 650 milioni di aiuti e dei Mirages con formazione di 4500 soldati. Le celebrazioni degli 80 anni proseguono oggi a Bayeux, dove verrà letto il “discorso” di De Gaulle capo della France Libre del 14 giugno 1944, seguito da un nuovo intervento di Macron. Poi inizierà la visita di stato di Joe Biden, che si conclude sabato sera.

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