A 28 anni Victoria Oluboyo è entrata nella direzione nazionale del Pd. Consigliera comunale a Parma, fa parte della pattuglia di nuove leve che la segretaria Elly Schlein ha deciso di far ascendere al vertice del partito.

Oluboyo, qual è la storia della sua militanza?
Ho cominciato con il volontariato e l’associazionismo studentesco. Sono stata rappresentante universitaria con l’Udu e vicepresidente dell’associazione nigeriana di Parma, con cui abbiamo aperto un centro antiviolenza per le vittime di tratta. Poi, nel 2017, mi sono avvicinata al Pd e alle ultime elezioni sono stata eletta nel consiglio comunale della mia città, Parma. Quando Elly Schlein si è candidata alla segreteria ho deciso di seguirla perché rappresenta i temi su cui ho basato la mia attività politica: dall’immigrazione al diritto d’asilo, dalla condizione del lavoro giovanile alla grave crisi abitativa che stiamo attraversando soprattutto qui nel Nord Italia, passando per i diritti civili e la crisi ambientale.

La redazione consiglia:
Livia Turco: «Una politica popolare è la migliore risposta al governo Meloni»

Quando si è iscritta al Pd i temi di cui parla non erano esattamente centrali nell’agenda del partito.
È vero. Negli anni ho visto tante persone lasciare il Pd perché non si sentivano rappresentate, io però ho sempre pensato di dover lottare dall’interno perché questi temi divenissero importanti per il partito. Credo che l’attenzione di Schlein a questi argomenti l’abbia favorita alle primarie. Per la prima volta è stato ribaltato il voto dei circoli, questo perché le persone che gravitano intorno al Pd volevano tornare a casa, ritrovare un posto in cui rispecchiarsi e sapevano che questo sarebbe stato possibile solo con la vittoria di Schlein. Adesso dobbiamo lavorare perché questi temi siano davvero centrali: salari, lavoro, diritti e ambiente.

Come crede che saranno i rapporti con la minoranza?
Sarà importante trovare una mediazione, il Pd è nato come un partito progressista con molte anime al suo interno ed è appunto democratico, quindi tutti avranno voce in capitolo. I nostri elettori, però, ci chiedono una linea chiara e Schlein rappresenta un cambiamento radicale: basta con le alleanze di un certo tipo, con i compromessi al ribasso. Servono scelte forti. Durante la campagna per le primarie abbiamo parlato molto degli errori fatti dal Pd negli scorsi anni: era necessario rispondere alla domanda sul perché abbiamo perso tanti consensi. Il jobs act, per esempio, è stato un errore, così come sono stati un errore i finanziamenti alla guardia costiera libica. Non possiamo negarlo, ma abbiamo assunto la consapevolezza che bisognerà agire diversamente. Sento che c’è molta fiducia in questo senso e stare in direzione rappresenta per me un grande onore e una grande responsabilità.

Il paese intanto è scivolato a destra. Che fare?
Spesso si tende a dare la colpa agli elettori, ma se molte persone hanno votato per partiti di estrema destra probabilmente è perché pensavano che questi potessero rappresentarle al meglio. Certo ora vediamo che il governo toglie il reddito di cittadinanza, riduce le pensioni minime e comprime tanti diritti. Da parte nostra credo che dovremo lavorare molto su chi non è andato a votare: c’è stato un grande astensionismo alle ultime elezioni e dobbiamo chiederci il perché. Il Pd deve tornare a essere un partito credibile e in grado di parlare a chi non partecipa più. Dovremo avere la forza della coerenza: alle primarie ci hanno chiesto questo.