Oltre Trump, fragili e straordinarie narrative della democrazia americana
Post-romanzo «Cose che voi umani» di Enrico Deaglio, per Marsilio. A partire dall’assalto al Campidoglio di Washington lanciato il 6 gennaio di quest’anno dalla folla dei suoi sostenitori al termine di un comizio di Donald Trump, l'autore indaga i meccanismi della democrazia e della società americane lungo l’incerta linea di faglia tra politica e immaginario, mito e realtà che ne contraddistinguono fin dalla nascita le vicende
Post-romanzo «Cose che voi umani» di Enrico Deaglio, per Marsilio. A partire dall’assalto al Campidoglio di Washington lanciato il 6 gennaio di quest’anno dalla folla dei suoi sostenitori al termine di un comizio di Donald Trump, l'autore indaga i meccanismi della democrazia e della società americane lungo l’incerta linea di faglia tra politica e immaginario, mito e realtà che ne contraddistinguono fin dalla nascita le vicende
Un «post-romanzo», il primo ad essere stato scritto a partire da un avvenimento destinato a segnare la storia del grande Paese, se non quella internazionale: l’assalto al Campidoglio di Washington lanciato il 6 gennaio di quest’anno dalla folla dei suoi sostenitori al termine di un comizio di Donald Trump che lamentava ancora una volta «il furto» subito con la netta sconfitta elettorale avvenuta solo poche settimane prima.
AL DI LÀ DELLE ETICHETTE e del sottile mix tra finzione e ricostruzione storica che ne è alla base, quello che descrive Enrico Deaglio in Cose che voi umani (Marsilio, pp. 266, euro 14) è prima di tutto l’itinerario di un testimone, allo stesso tempo via via sbigottito, incredulo e, talvolta, entusiasta, all’interno dei meccanismi della democrazia e della società americane, lungo l’incerta linea di faglia tra politica e immaginario, mito e realtà che ne contraddistinguono fin dalla nascita le vicende. Sulle tracce dello «sciamano di Washington», l’uomo con corna e tatuaggi vichinghi che ha incarnato di fronte ai media di tutto il mondo «il popolo» trumpiano che in quel giorno di gennaio si riprendeva il potere cacciando «i corrotti» dal tempio della democrazia attraverso una sorta di, tentato, colpo di Stato, Deaglio si interroga sui precedenti storici di un tale fenomeno e su quali radici culturali possa contare.
Prima di tutto c’è quell’idea così apparentemente connaturata allo spirito americano di incertezza e rischio, di un confine mobile e per questo alternativamente subito e pronto ad essere conquistato che più volte è tornata ad affacciarsi nelle vicende del Paese. «La storia della democrazia americana è davvero strana: pensatene pure quel che volete, ma di certo è più fascinosa di tutte le altre: è permeata di passione, vendette, tradimenti… E poi c’è questa idea che tutto possa finire da un momento all’altro, che sia troppo bella per poter durare». Il mito fondativo attinge a quello di Roma, al suo ordine sociale, ai tribuni del popolo, al suo sistema politico, «insieme all’idea che un accampamento alla foce di un fiume possa trasformarsi in un impero».
L’OMBRA DEL TIRANNO che, come Cesare che portò l’esercito dentro la Città Eterna dopo aver conquistato la Gallia, possa riservare ai suoi concittadini la medesima sorte toccata ai nemici, pesa sulla storia americana e certamente sull’immaginario cospirazionista della destra: dai fantasmi della Guerra di secessione ai deliri razzisti dei Diari di Turner, un romanzo di fantascienza nazista che annunciava un «giorno della corda» contro i traditori della razza che ispirò anche il responsabile della strage di Oklahoma City del 1995.
DEAGLIO CERCA I NESSI tra le diverse stagioni della storia nazionale mentre il suo alter ego narrativo, Anthony (Tony) Sanfilippo, un italoamericano di terza generazione, fa il volontario nella New Orion, una società che in mezzo a tanta incertezza tenta proprio di «associare analogicamente immagini, suoni e memorie nel tempo e nello spazio» sulla scorta dell’idea che faceva da sfondo a Blade runner, vale a dire che un’umanità fatta di replicanti possa vivere emozioni, vicende e sequenze di memoria che altri avevano già vissuto (appunto «le cose che voi umani…»).
Sanfilippo dovrà anche soccorrere un cognato, appartenente al ramo «sudista» della famiglia, adepto di QAnon e coinvolto nell’assalto al Campidoglio, inoltrandosi nel cuore di tenebra d’America, quel vecchio Sud dove tutto sembra a volte immutabile. L’immersione profonda nelle radici del populismo e della nuova destra, da Lindbergh a Reagan, passando per le «guerre giuste» di Bush e il revival evangelico degli ultimi tre decenni, si conclude per autore e protagonista il 20 aprile di quest’anno, quando una giuria di Minneapolis condanna il poliziotto bianco che ha ucciso, soffocandolo a terra, l’afroamericano George Floyd: «Un giorno che passerà alla storia come quello in cui potemmo finalmente “tornare a respirare”».
Anche se al termine del libro viene da chiedersi «fino a quando» non si dovrà temere, come raccontò Philip Roth descrivendo l’ascesa del fascismo nel Paese, «un nuovo» Complotto contro l’America?
L’autore presenterà il volume il 4 luglio alla Libreria Il Gabbiano di Vimercate e il 5 luglio alla Feltrinelli Red di piazza Gae Aulenti a Milano con Gad Lerner.
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