Internazionale

Più alcool e canne in Usa: è l’election anxiety

Kamala Harris e la governatrice del Michigan Gretchen Whitmein un bar di Kalamazoo - foto APKamala Harris in birreria dopo un evento a Kalamazoo, Michigan – Ap

Elettorale americana Gli elettori americani sull’orlo di una crisi di nervi: sui giornali le guide che spiegano come vincere lo stress. Impennano i consumi di alcol, droghe e psicofarmaci

Pubblicato circa un'ora faEdizione del 6 novembre 2024
Marina CatucciWASHINGTON

La chiamano election anxiety, e negli Stati Uniti pare dilaghi da settimane. Tanto da far registrare un aumento del consumo di alcool e di marijuana per uso ricreativo, così come quello di Cbd, il principio attivo della marijuana privo degli effetti psicotropi.

Già durante le passate elezioni americane alcuni studi hanno documentato un aumento degli ormoni dello stress come il cortisolo o il testosterone e livelli di cattiva salute mentale, ma questo anno si stanno battendo i record, come testimoniano gli psicoterapeuti che giornali e emittenti tv si rubano l’un l’altro.
A poche ore dall’apertura delle urne il Washington Post ha pubblicato delle storie “rasserenanti” con il fine dichiarato di alleviare lo stress dei lettori. Il candidato democratico alla vicepresidenza Tim Walz è salito sul palco di Atlanta, tre giorni fa, affrontando proprio il tema dell’ansia elettorale esortando la base democratica ad agire invece di bloccarsi nella paura di un risultato non controllabile dal singolo. «Scendete dalle montagne russe e fate qualcosa di proattivo al riguardo – ha detto Walz – Se volete liberarvi dall’ansia, andare a votare e poi fare una passeggiata, State con gli amici, fate sport».

Il tema più importante che viene affrontato è quello del piano B, come affrontare la sconfitta del proprio candidato. «Come alleviare lo stress nei prossimi anni”, titola Teen Vogue. I giovani elettori sono fra i gruppi più soggetti a questo tipo di ansia. «Sono molto nervosi» è stata la risposta più frequente in tutte le interviste che abbiamo fatto all’elettorato giovane prima del voto. La consapevolezza che molto probabilmente ci vorranno giorni prima di avere un risultato definitivo di certo non aiuta.

“Paura elettorale – Una città sull’orlo di una crisi di nervi” è il titolo di un articolo di Rachel Handler sull’Intelligencer, riferito alla città più tesa per antonomasia, New York city. «È vero che tutte le elezioni americane sono infelici a modo loro, ma questa si è rivelata particolarmente infelice – ha scritto Handler – tra il palese e gioioso autoritarismo invadente, le minacce aperte di violenza postelettorale, la guerra in corso a Gaza appoggiata dagli americani e la mancanza di un realtà coerente o almeno concordata di comune accordo».

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