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Nella trincea di Philadelphia, la conta per fare il presidente

Conteggio dei voti postali a Philadelphia, Pennsylvania -GettyImagesConteggio dei voti postali a Philadelphia, Pennsylvania – Getty Images

Speriamo che sia femmina Polizia armata, controlli agli ingressi, video vietati: lo scrutinio della decisiva Pennsylvania. «Abbiamo lavorato con i nostri partner delle forze dell'ordine per garantire che foste tutti al sicuro: voi, noi, i lavoratori», dice Lisa Deley, incaricata delle operazioni di scrutinio

Pubblicato circa un'ora faEdizione del 6 novembre 2024
Giovanna BrancaINVIATA A PHILADELPHIA

Un capannone anonimo lungo una grande strada a quattro corsie altrettanto qualunque, Roosevelt Boulevard, alla periferia di Philadelphia, punteggiata non dei grandi simboli della democrazia americana di cui abbonda la città della Dichiarazione d’indipendenza, e dove è stata scritta la Costituzione, ma da Dunkin’ Donuts e Taco Bell. È qui che si svolge l’attività più importante della giornata elettorale, la più delicata e la più presa di mira da menzogne e minacce di violenza: il conteggio dei voti.

La mattina del 5 novembre decine di lavoratori elettorali si sono riuniti in questo grande magazzino, che fa pensare un centro di smistamento di Amazon, per iniziare a contare il voto ricevuto per posta: migliaia di schede che vengono estratte dalla busta in cui sono state spedite, inserite in un cestino apposito e poi nelle macchine deputate al conteggio vero e proprio delle preferenze espresse per i singoli candidati. Più tardi sarà la volta delle schede votate di persona nella giornata – la partecipazione, ci dice la deputy city commissioner Lisa Deley incaricata delle operazioni di scrutinio, «sembra per ora molto alta».

DA FUORI, a tradire la presenza di un’attività così essenziale è solo il lampeggiare delle volanti della polizia messe a controllare l’ingresso. Per entrare nella struttura bisogna attraversare due controlli di sicurezza, e annotare in un registro ogni volta che si entra o si esce. Lo stanzone del conteggio è accessibile alla stampa ma solo da dietro un recinto: vietato registrare video. La memoria va subito al video del 2020 usato da Rudy Giuliani e altri alleati di Trump per suggerire che due lavoratrici elettorali della Georgia – Ruby Freeman e la figlia Shaye Moss – fossero complici di un tentativo di furto elettorale.

Le ripercussioni e la persecuzione sono state talmente gravi che le due donne hanno dovuto trasferirsi, e ancora ricevono minacce di morte. Un giudice federale ha condannato Giuliani a rimborsare Freeman e Moss per diffamazione con 148 milioni di dollari, e l’ex sindaco di New York – per non pagare – ha dichiarato bancarotta.

SEMPRE NEL 2020 la Pennsylvania aveva scatenato le teorie del complotto quando, dopo ore in cui lo stato sembrava in tasca a Donald Trump, era iniziato il conteggio dei voti per posta, ribaltando il risultato in favore di Joe Biden. Stavolta le cose andranno diversamente: «Alle otto – ci dice Deley – chiuderanno le urne e potremo cominciare a contare il voto per posta, quindi il primo numero a venire reso pubblico sarà proprio quello» del voto postale. «E a mezzanotte, per legge, dovremo rendere pubblico sul nostro sito web il numero dei voti per posta che abbiamo ricevuto. Una differenza enorme dal 2020». Tutto per ridurre al minimo la sfiducia che da quattro anni fa serpeggia rispetto all’integrità del voto, e che ha fatto di funzionari normalmente anonimi i protagonisti di una battaglia campale contro disinformazione, attacchi, minacce di violenza.

Più che di un’insurrezione come quella del 6 gennaio 2021, c’è il timore di quelli che parlando con il Washington Post la segretaria di Stato del Michigan, Jocelyn Benson, ha definito «potenziali fuochi in tutto il nostro stato e in altri stati – piccoli incendi ovunque».

Abbiamo lavorato con i nostri partner delle forze dell’ordine per garantire che foste tutti al sicuro: voi, noi, i lavoratori Lisa Deley, incaricata delle operazioni di scrutinio

A Fulton County – la contea della Georgia dove lavoravano Freeman e Moss – ci sono già stati due allarmi bomba, per fortuna falsi, rivolti al centro di conteggio dei voti. Il segretario di Stato locale, lo stesso Brad Raffensperger chiamato da Trump nel 2020 perché gli «trovasse 11mila voti», ha ribadito che «i nostri sistemi sono sicuri». Una coalizione bipartisan di 51 procuratori generali ha diramato una dichiarazione in cui invita i cittadini a «restare pacifici» e condanna «ogni atto di violenza legato ai risultati». Una preoccupazione che non pare condivisa da Donald Trump, che dopo aver votato ieri mattina a Palm Beach (Florida) ha detto che non c’è bisogno di appelli antiviolenza ai suoi sostenitori: «È gente pacifica».

A PHILADELPHIA, una città blu nel cuore dello swing state più importante, la mattinata e il conteggio si sono svolti tranquillamente. «Niente di degno di nota», ci risponde Delaney quando le chiediamo se i funzionari locali abbiano ricevuto minacce. «Abbiamo lavorato con i nostri partner delle forze dell’ordine per garantire che foste tutti al sicuro. Voi, noi, i lavoratori».

«Stiamo vedendo una partecipazione record», ci racconta Trexler Proffitt, candidato democratico al Senato della Pennsylvania di Lancaster County, la contea degli Amish e isola repubblicana dello stato, portata alla ribalta da Elon Musk con delle foto di carri Amish trainati da cavalli da cui spuntano bandiere per Trump 2024. «È stato bello visitare tutte le circoscrizioni, parlare con gli elettori, specialmente i più giovani. Tutti sono gentili e civili, pazientemente in fila per esprimere il proprio voto. Spero di vincere, ma a prescindere credo che sarebbe una vittoria per il Paese se riuscissimo a condurre le elezioni in questo modo». Senza temere «piccoli fuochi» che diventano un incendio.

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