Tutti sul pullman, si va a Philadelphia per far votare ogni singolo ritardatario
Elettorale americana Attivisti in massa in Pennsylvania, il più grande swing state
Elettorale americana Attivisti in massa in Pennsylvania, il più grande swing state
Bisognava vedere i bus di volontari in partenza da Manhattan per andare a fare canvassing in Pennsylvania – bussare porta a porta e convincere i potenziali elettori – per capire cosa intendeva chi affermava, a luglio, che la candidatura di Kamala Harris aveva rienergizzato la campagna democratica.
Durante il weekend, alle 7:45 della mattina, decine di persone di tutte le età sono già al punto di raccolta: domenica l’incontro era sulla 23esima strada, sotto la High Line, per salire sul “brat bus” (soprannominato così dall’album di una delle prime musiciste che ha dato il suo endorsement a Harris, Charli xcx) e andare a macinare chilometri e case nello swing state più importante. La partecipazione è tale che non vengono neanche lasciati posti liberi per la stampa. Quante persone hanno partecipato sinora? «Non saprei con precisione, ma migliaia» ci dice una delle organizzatrici di Queers for Kamala, uno dei gruppi più grandi dietro questa campagna che parte interamente dalla base, seppure con l’autorizzazione del partito.
Domenica i bus in partenza erano sei, il giorno prima dovevano essere quattro per raggiungere Downingtown nella contea di Chester, ma le persone ad aver risposto all’appello erano talmente tante che il numero è raddoppiato e ne sono partiti 8. Previsti viaggi anche oggi e martedì “l’ultima corvé”.
«Ciò che mi riempie di meraviglia è la diversità di persone che sono qui. Di solito facciamo fatica a coinvolgere i giovani» dice uno degli organizzatori rivolto ai presenti, in un discorso a metà fra il motivazionale – «vedendovi qui ho fiducia in martedì» – e il didattico: spiega punto per punto cosa dovranno fare una volta arrivati a destinazione.
Il target sono elettori democratici che potrebbero non aver ancora votato e gli indecisi – anche se di questi ultimi non ne restano molti: «È la prima volta che faccio canvassing, ieri ho trovato un elettore indeciso, l’ultimo al mondo», ironizza un ragazzo. Il “capitano”, così si chiamano i capigruppo, si raccomanda: se hanno già votato, spuntateli dalla lista, così la campagna saprà di non dover ancora investire su di loro. Ma se dicono Kamala e non hanno ancora votato «busseremo ancora alla loro porta, fino a martedì. Li chiameremo – scherza – e li seguiremo al bar. Io personalmente li seguirò a lavoro e fino alle nove della sera per assicurarmi che abbiano votato». E se pure passate davanti alla porta di qualcuno che è stato spuntato dalla lista, aggiunge un’altra capitana, meglio essere prudenti: «Bussate, assicuratevi che controllino online che il loro voto sia stato accettato. Se così non fosse, ditegli di andare a votare di persona martedì, di farsi dare una scheda provvisoria, giusto per sicurezza».
Dei bus, uno è destinato a Battleground New York: un viaggio più breve, 40 minuti, per andare a bussare alle porte dei vicini di Rockland County, 17esimo distretto dello stato, che dovranno eleggere un rappresentante alla Camera. «È’ un seggio molto competitivo – spiega ai presenti il capitano del viaggio, Flavio – Era blu fino a due anni fa, poi è diventato rosso». Parla del seggio occupato da Mike Lawler, che la campagna vuole riconsegnare a un democratico, Mondaire Jones. «Lawler si definisce un moderato, ma solo lo scorso weekend ha detto che le donne a New York abortiscono fino al nono mese, sostiene Donald Trump – sonori buuuh degli astanti – e vuole tagliare le tasse ai miliardari». Solo un seggio può sembrare poco – «ma non scordate», ammonisce Flavio, che sono solo 4 i seggi che hanno consegnato la maggioranza alla Camera ai repubblicani al midterm. «Ricordate il sei gennaio?», si legge nel volantino di Battleground New York: riprendere la Camera è fondamentale anche per evitare che i deputati Gop, in caso di vittoria di Harris, ritentino il disconoscimento degli elettori democraticamente scelti dai cittadini.
La preoccupazione viene sommersa o tenuta a bada dall’entusiasmo di questa campagna grassroots, dal basso, come ci tengono a specificare tutti quelli con cui parliamo. «C’è un entusiasmo travolgente – afferma una delle organizzatrici – non come i canvasser di Elon Musk per i quali è un lavoro, che lui paga».
«All’inizio avevo un po’ paura – ci dice Kate, al suo secondo viaggio – ma una mia amica mi ha coinvolta e mi ha fatta sentire al sicuro». L’azione, aggiunge la ragazza che è una delle Swifties (i fan di Taylor Swift) for Kamala, in testa un cappellino con la citazione diventata virale della candidata, sull’esistere nel proprio contesto e le noci di cocco, «è il modo migliore di combattere l’ansia».
Si avvicina l’ora di partire, e all’ingresso dei bus si forma una fila ordinata: i capitani fanno l’appello e distribuiscono a ciascuno una piccola scatola di cartone con il pranzo, pollo o insalata. Si avvia anche Flavio, è soddisfatto: «Sul nostro bus da 18 siamo diventati 36». Il mantra ripetuto a gran voce è quello della campagna democratica: «We are not going back», non torneremo indietro.
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