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Olanda e Svezia, attacco al diritto di asilo in Europa

Olanda e Svezia, attacco al diritto di asilo in Europa

I Paesi Bassi chiedono di essere esclusi dalle leggi comunitarie sull’immigrazione. Stoccolma: 34 mila dollari a chi lascia il paese

Pubblicato 27 giorni faEdizione del 14 settembre 2024

Era solo questione di tempo ma si sapeva che prima o poi il governo di estrema destra del premier Dick Schoof, da dieci mesi alla guida dei Paesi Bassi, avrebbe adottato le prime misure contro i migranti. Il momento, favorito probabilmente anche dalla decisione della Germania di chiudere le proprie frontiere, alla fine è arrivato: l’Olanda presenterà all’Unione europea una richiesta di opt-out per essere esentata dalle politiche di asilo comunitarie. L’atto formale avverrà molto probabilmente la prossima settimana ma nel frattempo la ministra per l’Asilo Marjolein Faber ha annunciato lo stato di crisi nazionale che, tra i suoi effetti, prevede anche lo stop temporaneo all’esame delle domande di protezione internazionale. Una decisione che fa il paio con quella adottata sempre ieri dalla Svezia – considerata in passato un modello di accoglienza per ogni profugo in cerca di un rifugio sicuro – di aumentare fino 34 mila dollari (350 mila corone) la somma destinata a ogni migrante che accetterà di lasciare volontariamente il Paese.

IN ATTESA che il Patto su immigrazione e asilo approvato a dicembre diventi operativo blindando le frontiere esterne dell’Unione, ogni Stato membro sembra deciso a muoversi da solo per ostacolare l’arrivo di nuovi migranti. A partire dalla Germania che dopo aver messo definitivamente in soffitta la politica delle porte aperte voluta nove anni fa da Angela Merkel, nei giorni scorsi ha annunciato la sospensione per sei mesi di Schengen e il ripristino dei controlli a tutte le sue frontiere. Nel tentativo di arginare le critiche subito arrivate dai paesi confinanti, Olaf Scholz ha detto di voler incontrare i colleghi europei per spiegare i motivi della decisione. E ieri il cancelliere ha sentito al telefono il leader polacco Donal Tusk, che aveva definito «inaccettabile» la chiusura dei confini tedeschi.

La sensazione, però, è che l’argine ormai sia rotto e che, specie tra gli Stati del Nord Europa, non ci siano più limiti nell’adottare provvedimenti sempre più duri e restrittivi. A modo suo l’Olanda è coerente. La coalizione pesantemente condizionata dal Pvv, il partito di estrema destra guidato da Geert Wilders, e della quale fanno parte i liberali (Vvd) dell’ex premier Mark Rutte, il partito degli agricoltori (Bbb) e centristi (Nsc) è proprio promettendo un giro di vite contro gli stranieri che ha fatto il pieno di voti nelle elezioni di novembre 2023. Fino al punto di annunciare, come ha fatto a maggio scorso, di voler «deportare, anche con la forza, le persone senza permesso di soggiorno valido». Secondo le autorità nel paese arriverebbero circa 40 mila richiedenti asilo l’anno. «I Paesi Bassi non possono far fronte a un numero così elevato d migranti», ha spiegato ieri la ministra Faber, esponente del partito d Wilders. Il piano messo a punto dal governo prevede anche l’inasprimento dei requisiti per i ricongiungimenti familiari dei rifugiati subordinandoli ad almeno due anni di permanenza e alla prova di possedere un reddito «stabile e sufficiente». Ma anche l’abrogazione della «legge sulla distribuzione» che finora obbligava i comuni a creare luoghi di accoglienza per i richiedenti asilo. Faber ha avvertito che chiunque «abusi dell’ospitalità olandese» sarà perseguito, aggiungendo di voler rendere i Paesi Bassi un paese non più «attraente» per i migranti.

SOLDI per lasciare il paese è invece la strada scelta dal governo conservatore della Svezia, del quale fa parte anche il partito di estrema destra dei Democratici svedesi. «Siamo nel mezzo di un cambiamento del paradigma nella nostra politica migratoria», ha spiegato il ministro per le migrazioni Johan Forssell annunciando l’aumento fino a 350 mila corone dl contributo offerto a chi accetterà do andare via. Dove e come è tutto da capire, visto che in Svezia sono presenti anche molti siriani, persone quindi originarie di un paese devasto da 13 anni di guerra civile. Attualmente i migranti che decidono di lasciare il paese possono ricevere fino a 10 mila corone per adulto e 5 mila per bambino, con un tetto massimo di 40 mila corone per famiglia. La Danimarca paga più di 15 mila dollari a persona, 1.400 la Norvegia, 2.800 la Francia e 2.000 la Germania.

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