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Nuove licenze per i taxi, ma il settore rischia di restare inchiodato all’esistente

Nuove licenze per i taxi, ma il settore rischia di restare inchiodato all’esistente

Trasporto urbano Il decreto in consiglio dei ministri lunedì prossimo. Concorsi limitati agli operatori e nuove posizioni scaricate sui comuni

Pubblicato circa un anno faEdizione del 5 agosto 2023

Arriverà lunedì prossimo in consiglio dei ministri il testo sui taxi annunciato nei giorni scorsi. «Con questo decreto si apre un percorso di riforma legislativa per un settore strategico per il paese – sostiene il ministro delle imprese Adolfo Urso – Dovrà portare a maggior efficienza e trasparenza anche a fronte della significativa crescita dell’afflusso di turisti stranieri e delle grandi sfide che ci attendono nei prossimi anni, dal Giubileo del 2025 alle Olimpiadi di Milano-Cortina, che porteranno nelle nostre città decine di milioni di pellegrini e visitatori».

Il quadro approntato da Urso insieme al ministero del tesoro affronta un settore storicamente allergico alle aperture alla concerrenza. E in effetti contiene alcune aperture al mercato, come richiesto dalle autorità di regolamentazione italiane ed europee da tempo, ma con forti elementi di contrappeso. Perché, ad esempio, prevede anche forti garanzie per chi già opera nel settore. Si prevede che chi sia già titolare di licenza per l’esercizio del servizio ne possa ottenere una aggiuntiva che avrebbe carattere temporaneo o stagionale e una durata comunque non superiore ai dodici mesi, prorogabili sino ad un massimo di ventiquattro. «I comuni possono rilasciare – recita la bozza – in via sperimentale, a titolo gratuito o a titolo oneroso, licenze aggiuntive per l’esercizio del servizio di taxi per fronteggiare uno straordinario incremento della domanda legato a grandi eventi o a flussi di presenze turistiche superiori alla media stagionale». Inoltre, il testo prevede il riconoscimento di un incentivo per rottamare i taxi e i veicoli Ncc inquinanti, fino a euro 5.
Dunque il governo conta di poter arrivare ad aumentare le licenze, questione oggetto di indagine dall’Antitrust, tramite un concorso straordinario per il rilascio di nuovi titoli. In questo caso i permessi verranno rilasciati a titolo oneroso, in un numero che non potrà superare il 20% delle licenze già rilasciate. Di nuovo, anche in questo caso le licenze sarebbero a tempo: dodici mesi prorogabili fino a ventiquattro.

Il concorso per poter entrare a lavorare da tassista interesserebbe i comuni capoluogo di Regione, le città metropolitane e i comuni sede di aeroporto internazionale. Potranno partecipare al concorso i soggetti già titolari di licenza, chi ha già svolto il ruolo di sostituto alla guida e altri soggetti iscritti nel ruolo dei conducenti di veicoli adibiti ad autoservizi pubblici non di linea. Alle prime due categorie, tuttavia, verrà riconosciuta priorità nella definizione della graduatoria. Il prezzo di ogni licenza verrà fissato da ciascun comune sulla base di una ricognizione del valore locale di mercato delle licenze. A questo proposito, la Cgil del comparto ha fatto notare che non si tratta di cambiamenti rilevanti: i comuni hanno già adesso la facoltà di rilasciare nuove licenze, dunque il decreto non smuoverebbe il mercato più di tanto né creerebbe nuove forme di ingaggio per il trasporto cittadino. «Non è un decreto che stabilisce quante sono le licenze – osserva il segretario nazionale di Unica Cgil Taxi Nicola Di Giacobbe – Sono sempre i comuni che lo stabiliscono con una delibera comunale, non vedo la novità. Semmai, la novità è che il governo interviene su una materia su cui non ha nessuna competenza, l’aumento delle licenze è competenza dei comuni».
Si dicono delusi, infine, anche gli esponenti di categoria degli Ncc, per i quali il decreto prevede incentivi raddoppiati, rispetto a quelli del 2022, per l’acquisto di auto non inquinanti. Si sono detti delusi dopo l’incontro con Urso. «I taxi potranno raddoppiare la loro offerta – accusano – L’Ncc continuerà ad essere ingessato e sotto organico, per rispondere alla domanda attuale e a quella prevista per il Giubileo e le Olimpiadi».

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