«Mica potevo lasciare la città in mano a questi animali». È così che, otto giorni dopo averle presentate, Stefano Bandecchi ha ritirato le sue dimissioni da sindaco di Terni. Una vicenda che ha già abbondantemente travalicato i confini dell’assurdo e che sembra destinata a continuare.

«Perché l’ho fatto?» dice Bandecchi per spiegare la sua decisione. «Merito delle opposizioni che mi hanno convinto: troppi incompetenti, troppe parole spese al vento». Già da qualche giorno, però, si era cominciato a intuire che il sindaco potesse ritirare le sue dimissioni, avendo ventilato l’ipotesi in consiglio comunale.

Così è stato, infatti: nella tarda mattinata di ieri il Comune di Terni ha protocollato la revoca. Resta molto poco chiaro il futuro: Bandecchi è anche segretario di Alternativa Popolare, il partito ultramoderato fondato da Angelino Alfano. Il sindaco di Terni aveva dichiarato al mondo la sua intenzione di rilanciarlo già a partire dalle prossime elezioni europee, convinto com’era di poter superare la soglia di sbarramento fissata al 4%.

«Andrò in Europa e poi a Montecitorio dimostrando a tutti gli italiani che il mio partito è diverso da quello degli altri e la sedia ve la posso anche regalare», questa la granitica certezza di Bandecchi.