Riccardo Rossi, ingegnere, nel 2011 ha fondato il movimento Brindisi Bene Comune, dal quale è sorta la lista civica che lo ha portato prima in consiglio comunale e con la quale poi, nel 2018, è stato eletto sindaco in alleanza con il centrosinistra. Alle ultime amministrative il Pd e il M5S hanno deciso di non ricandidarlo, in virtù di un accordo che dava la prelazione al pentastellato Roberto Fusco. Nel frattempo Rossi, che ha aderito a Europa Verde, si è presentato in alleanza con Alleanza Verdi Sinistra e ha raccolto oltre il 10% dei consensi. Fusco, invece, è stato battuto al balottaggio dal candidato della destra Giuseppe Marchionna. Così, la vicenda di Rossi e della sconfitta del centrosinistra a Brindisi è diventata un pezzo della sconfitta elettorale di Pd e M5S alle amministrative.

Rossi, cosa ha impedito la sua ricandidatura?
Da un lato c’era la volontà di allargare la maggioranza al M5S che era stato all’opposizione quando ero sindaco. Hanno ceduto al diktat di Conte che pretendeva il candidato sindaco: da Roma e Bari hanno deciso di accontentarlo per questioni politiche nazionali. Ma dietro quella scelta ci sono anche temi locali: ho cercato di contrastare deposito di Gnl Edison nel porto e mi sono battuto contro i grandi impianti del fossile e la centrale a carbone.

Sono temi cari a i 5 Stelle.
Consideri che alle precedenti elezioni comunali avevano tre consiglieri, due si sono dimessi per passare al centrodestra. Ma la mia linea ambientalista ha creato frattura anche nel Pd.

Eppure lei ed Elly Schlein vi eravate incrociati in passato.
Esatto. Mi aveva sostenuto quando non era nel Pd contro una coalizione in cui c’era il Pd. Era venuta nel 2016 a sostenere la mia campagna elettorale. Questa volta non hanno voluto fare neanche le primarie. È finita che al primo turno il M5S ha preso il 5% e noi il 10.

Si dice che al Nazareno confidassero nella capacità dei ballottaggi di unificare contro la destra.
Noi avevamo detto che eravamo disponibili a ragionare ma al secondo turno hanno rifiutato qualsiasi apparentamento. I nostri voti erano quelli che gli mancavano, ma il Pd e lo stesso Fusco non hanno inteso fare alcun accordo.

Che lezione trae da tutto ciò?
Bisogna far seguire alle parole atti concreti e avere coalizioni basate sui programmi senza imposizioni o scelte precostituite. Bisogna essere chiari sui modelli di sviluppo. Da questo punto di vista Brindisi ha molte analogie con Taranto, su bonifiche e temi ambientali, c’è anche qui distanza tra ciò che si dice e ciò che si fa.

Cosa farà adesso?
Sono consigliere comunale, faremo opposizione al centrodestra. Il tema è come costruire un rapporto col centrosinistra. Per qualcuno la somma algebrica tra Pd e M5S si chiude il cerchio, gli altri sono costretti a starci senza programmi che facciano percepire i temi sociali e la riconversione ecologica ai cittadini.