Lavoro

«No al contratto pirata», rider pronti ai picchetti davanti ai ristoranti

«No al contratto pirata», rider pronti ai picchetti davanti ai ristorantiRiders in lotta a Firenze – Aleandro Biagianti

La lotta Sciopero in tutto il paese contro l'accordo tra le piattaforme digitali riunite in Assodelivery e il sindacato Ugl. Al fronte ampio costruito dai ciclo-fattorini auto-organizzati e i sindacati Cgil, Cisl e Uil si sono uniti anche i sindaci di Firenze Nardella e Napoli De Magistris

Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 31 ottobre 2020

Quando, in uno dei prossimi annunciati «lockdown», chiameremo «un glovo», un «deliveroo» o un «Just Eat» – i ciclofattorini identificati con la piattaforma digitale dalla quale si ordina una pizza – proviamo a chiedergli: con quale contratto sta lavorando? Il rider, che non è un robot al servizio di un algoritmo, potrebbe rispondere: dal 3 novembre 2021 sarà scaduto il termine annuale concesso imprudentemente dal governo alle parti sociali per raggiungere un accordo su un contratto nazionale. Da quel giorno sarà in vigore un «accordo pirata», «truffa» e «ricatto occupazionale» contro il quale sono stati annunciati ricorsi a pioggia. È stato sottoscritto il 15 settembre scorso dall’associazione delle piattaforme Assodelivery con il sindacato Ugl. I rider sono stati obbligati a sottoscriverlo pena l’impossibilità di continuare a lavorare. Il 17 settembre l’accordo è stato sottoposto a una critica serrata in una lettera dell’ufficio legislativo del ministero del lavoro.

Il rider, alla nostra porta, potrà raccontare anche la mobilitazione avvenuta ieri da Milano a Napoli, da Roma a Pescara, da Catania a Torino, Bologna e Torino, organizzata dai sindacati Cgil, Cisl e Uil con i fattorini auto-oganizzati. È stato fatto anche un appello al boicottaggio delle piattaforme che hanno interesse a mantenere i rider nella posizione di lavoratori falsi autonomi e non subordinati di fatto quali sono. Diversamente da quanto stabilito dalla legge, nel contratto «pirata» resta il lavoro a cottimo, la paga a consegna senza minimo garantito e non la paga base di 10 euro lordi l’ora prevista anche dal contratto della logistica. «Da oggi dichiariamo guerra alle piattaforme. Oltre a impugnare i contratti, organizzeremo dei picchetti davanti ai ristoranti» ha annunciato la rete auto-organizzata «RiderXiDiritti» da Milano a Bologna. «Ogni licenziamento sarà un ricorso» ha detto Francesco Meis (Cgil Milano). Per il segretario della Cgil Maurizio Landini i rider «meritano un contratto di lavoro vero. È sempre più urgente una legge sulla rappresentanza e la validità dei contratti collettivi nazionali di lavoro». Per l’Ugl quelle di ieri sono state «proteste strumentali» e la Cgil fa «critiche senza fondamento».

Al fronte ampio della protesta si sono uniti i sindaci di Firenze Nardella che si è unito alla manifestazione locale e quello di Napoli De Magistris che ha ricevuto i lavoratori in comune. Solidarietà da Rifondazione Comunista: «Una lotta importante e un invito al mondo frammentato della precarietà a unirsi».

Per i rider «servono tutele reali e diritti contrattati», ha detto il segretario generale aggiunto della Cisl, Luigi Sbarra che ha «chiesto e sollecitato in questi giorni al ministero del Lavoro di riaprire il tavolo di confronto già avviato il 3 agosto scorso». «Rifiutiamo il cottimo -ha detto la segretaria confederale della Uil Tiziana Bocchi – Questo accordo fasullo prevede condizioni di lavoro al ribasso e peggiora la già precaria situazione di questi lavoratori».

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