Nicita (Pd): «Il governo voleva lasciare sulle navi chi aveva bisogno di cure»
Ong Il senatore dem è stato tra i primi parlamentari ad arrivare al porto di Catania e l'ultimo ad andarsene. «Meloni viola l'autonomia medica senza avere le informazioni dettagliate», dice alla premier che aveva definito «bizzarri» i criteri utilizzati dal personale sanitario
Ong Il senatore dem è stato tra i primi parlamentari ad arrivare al porto di Catania e l'ultimo ad andarsene. «Meloni viola l'autonomia medica senza avere le informazioni dettagliate», dice alla premier che aveva definito «bizzarri» i criteri utilizzati dal personale sanitario
Il senatore Pd Antonio Nicita, eletto in Sicilia, è stato tra i primi parlamentari ad arrivare al porto di Catania e l’ultimo ad andarsene. Martedì è rimasto sulla Geo Barents durante tutte e otto le ore dell’ispezione che ha fatto scendere gli ultimi naufraghi.
Meloni ha definito «bizzarra» la decisione dei medici di far sbarcare tutti.
Ho visto sia il comportamento dei dottori, sia la grave situazione a bordo. Meloni viola l’autonomia medica senza le informazioni dettagliate sulle condizioni riscontrate. La valutazione sanitaria ai fini della selezione l’hanno introdotta loro. Se lo fai poi devi accettarne il responso. Altrimenti tradisci che il vero obiettivo del decreto interministeriale era lasciare le persone a bordo anche se avevano bisogno di cure. A Catania è stato certificato che tutte le persone soccorse hanno un estremo bisogno di aiuto. Invece di migranti, naufraghi o profughi vanno chiamati sopravvissuti. È quell’esperienza che si portano addosso.
I dottori dell’Ufficio di sanità marittima, aerea e di frontiera (Usmaf) sono stati criticati anche per la prima ispezione. Un appello firmato da oltre 500 medici ha parlato di una «disumana selezione sanitaria».
I medici Usmaf sono stati lasciati soli. Il decreto interministeriale richiede una valutazione sanitaria senza indicarne i criteri. Non hanno avuto il coraggio di scriverli. E infatti hanno evitato di coinvolgere il ministero della Salute. L’Usmaf non ha un compito selettivo ma solo di valutazione delle condizioni di chi sbarca. Per capire se qualcuno va ricoverato. Capisco le critiche, ma quei medici hanno risposto subito alla nostra richiesta di una seconda ispezione lavorando perché fosse più efficace.
Cosa è cambiato?
Intanto i soggetti. Nella seconda oltre l’Usmaf c’era il personale dell’Asp (azienda sanitaria provinciale) di Catania. Sono state attivate competenze diverse per un’analisi su più livelli: psicologico, psichiatrico, neurologico, infettivologico. A bordo c’erano situazioni complesse che potevano essere rilevate solo con gli strumenti giusti. Così è stato fatto quello che prevede il decreto ma dicendo al decreto che prevede qualcosa di inutile: perché tutti devono sbarcare. Riteniamo quel provvedimento incostituzionale e ci attiveremo per dimostrarlo.
A Catania e Reggio Calabria sono sbarcati tutti, ma il governo ha costretto una nave ad andare in Francia. Meloni e Piantedosi hanno vinto o perso?
La loro linea è perdente di per sé. È stata dimostrata l’inapplicabilità e crudeltà di queste misure. La vicenda francese è stata possibile solo perché è stato ritenuto che a causa della selettività non si sarebbe potuti sbarcare in Italia. Ma se la selezione è fatta bene si dimostra una contraddizione in termini. Meloni perde anche perché ha fatto campagna elettorale non sulla linea salviniana dei “porti chiusi”, ma su quella di blocco delle partenze. Stavolta i porti sono diventati “socchiusi”, ma evidentemente non potevano restare tali. E sono stati aperti.
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