Quella di quest’anno potrebbe essere l’ultima vacanza di Teodoro Nguema Obiang Mangue, vicepresidente della Guinea Equatoriale, prima di essere incoronato presidente alle elezioni che si terranno entro la fine dell’anno. Quella di quest’anno potrebbe essere l’ultima vacanza di Teodoro Nguema Obiang Mangue, vicepresidente della Guinea Equatoriale, prima di essere incoronato presidente alle elezioni che si terranno entro la fine dell’anno. Inizialmente previste per il primo trimestre del 2023, le presidenziali – lo ha deciso il Parlamento di Malabo lunedì scorso – verranno accorpate alle elezioni legislative e comunali, previste per novembre 2022. Tuttavia, le autorità guineane non hanno ancora diffuso una data ufficiale.

L’ultima estate da vicepresidente, prima di ereditare dal padre il potere assoluto sul piccolo Paese africano, ricchissimo di idrocarburi e interamente in mano alla sua famiglia, Nguema ha deciso di passarla in Italia, di rientro da un viaggio ufficiale a Lisbona. Il Boeing 777 del governo guineano, dal costo di circa 400 milioni di dollari, è atterrato a Olbia lo scorso 29 agosto e da allora è sulla pista dello scalo sardo, visibile come Gulliver in mezzo ai lillipuziani.

Dopo qualche giorno in Sardegna, dove ha visitato e fatto acquisti presso alcune aziende vinicole, Nguema è volato con un elicottero in Costiera Amalfitana, dove è atterrato direttamente a bordo di uno yacht noleggiato per l’occasione (il suo Ebony Shine è invece rimasto a Genova, probabilmente per dare meno nell’occhio). A bordo ha trovato ballerine, animatrici e un gruppo di musicisti napoletani ingaggiati per l’occasione e creare l’atmosfera per le sue feste notturne, durante le quali si è anche improvvisato disc-jockey. Tutto pubblicato nelle stories del suo account Instagram.

È il secondo anno di fila che il vicepresidente della Guinea Equatoriale passa le sue vacanze in Italia. L’anno scorso, prima di partire per la Sardegna, aveva incontrato privatamente Papa Francesco in Vaticano. Quest’anno però il clima politico, in Europa, è cambiato e gli oligarchi non vengono più visti di buon occhio: Nguema è salvato dal fatto di essere guineano e non russo. La sua presenza in Italia mostra involontariamente come le sanzioni e i sequestri legati non a un comportamento criminale ma ad una cittadinanza non portino a nulla di buono. Né di utile.

E così, mentre il Parlamento di Malabo cerca di velocizzare i tempi per la sua incoronazione a capo supremo e incontrastato del Paese, Nguema si gode la bella vita solcando il Mediterraneo e facendo shopping nelle località più esclusive d’Italia, tra Porto Cervo e Positano. Poco prima di partire per le vacanze ha dato il via, con un tweet, all’Operacion Limpieza (operazione pulizia), volta a frenare il fenomeno delle bande giovanili in Guinea Equatoriale. Nella prima settimana 400 ragazzi sono stati arrestati, alcuni sarebbero minorenni, e gli arresti vanno avanti al ritmo di decine ogni giorno. A inizio agosto invece le purghe del clan di Mongomo hanno colpito l’ex-ministro della Giustizia Ruben Maye Nsue Mangue: convocato per un “incontro” con i rappresentanti del partito al potere, è stato arrestato e portato in un luogo sconosciuto. Da allora, non se ne sa più nulla. Avrebbe criticato il presidente Obiang, padre di Nguema, reato che in Guinea Equatoriale può costare la vita: in un audio WhatsApp diventato virale si sentirebbe la sua voce definire Obiang «un demone che sequestra il suo popolo».

Se nessuno lo arresterà prima, cosa che appare improbabile, Nguema diventerà presidente della Guinea Equatoriale dopo aver fatto fortuna saccheggiando le ricchezze del suo popolo. In una recente sentenza, il Dipartimento di giustizia americano ha deciso di donare ai guineani fiale di vaccini anti-covid acquistate con i proventi della vendita dei beni di Nguema sequestrati più di 10 anni fa dagli inquirenti statunitensi.