«Voglio congratularmi con Donald Trump per la sua vittoria, se l’è guadagnata e ne voglio dare atto. Ma questa corsa è lungi dall’essere finita» ha detto Nikki Haley dal palco quando ormai tutti i network nazionali avevano annunciato la vittoria del tycoon. Così l’ex governatrice del South Carolina, ed ex ambasciatrice Usa alle Nazioni unite è uscita sconfitta anche dalla corsa a due che aveva festeggiato solo tre giorni fa, dopo l’uscita di scena del terzo incomodo, il governatore della Florida Ron Del Santis. Dopo il voto favorevole in Iowa, Trump ha vinto in New Hampshire, uno degli stati più difficili per lui. A un’ ora dalla chiusura dei seggi si può dire che ha convinto il 53.5% degli elettori del New Hampshire, che hanno preferito il pluri accusato ex presidente alla candidata che si era presentata come l’antidoto al caos.

Haley ha sottolineato che «Il New Hampshire è il primo stato (in cui si votano le primarie, ndr) nella nazione. Non è l’ultimo. Questa gara è lungi dall’essere finita. Ci sono dozzine di stati rimasti da visitare, e il prossimo è il mio dolce stato della Carolina del Sud. Io sono una combattente».
In questo modo Haley ha annunciato di volere restare in gara, solo che nella sua Carolina del Sud al momento è indietro di 40 punti, e prima di quello stato ci sarà, l’8 febbraio, il voto in Nevada, dove lei non si presenta nemmeno, tanto è sicura di non vincere.
Perché Haley voglia continuare una corsa che ha già perso non è chiesto: la realtà è che di fatto questa seconda vittoria spiana la strada a Trump per la terza candidatura consecutiva alla Casa Bianca, e di questo Trump è consapevole. Nel suo discorso di accettazione il tycoon ha detto che «la campagna elettorale per la presidenza comincia oggi».
Questa sua vittoria annunciata si respirava già dal voto in Iowa, il 10 gennaio, e la notte elettorale in New Hampshire è stata una delle meno intense della storia statunitense, con i giornalisti impegnati a raccontare una gara che non c’era, e i watch party, le feste in cui le persone vanno nei locali per seguire lo spoglio elettorale, popolati più dalla stampa che dagli elettori.
«Nikki Haley dovrebbe abbandonare la corsa, altrimenti continueremo a sprecare soldi, invece di spenderli per Biden, che è il nostro obiettivo» ha detto Trump, ricordando che chi vince il voto nei primi due stati non ha mai perso la nomination, e che lui non sarà il primo: «A novembre avremo elezioni grandiose e rivolteremo questo Paese. Se Nikki Haley vincesse la nomination sarebbe indagata entro quindici minuti per delle piccole cose di cui non vuole parlare».  È quanto meno singolare che un candidato su cui pendono 4 processi e 91 capi di accusa penale, e che ha trascorso gran parte della scorsa settimana in tribunale per un caso di diffamazione, continui ad insinuare, senza mai entrare nei dettagli, che la sua avversaria abbia scheletri nell’armadio più che compromettenti, e di cui lui è a conoscenza.
Ma man mano che Trump vince, sempre più repubblicani si schierano con lui. Sul palco insieme al tycoon, l’ex candidato Tim Scott, che ha abbandonato la corsa alle primarie a novembre, e ha appoggiato l’ex presidente la scorsa settimana, ha invitato i repubblicani all’unità. «È tempo che il partito repubblicano si coalizzi attorno al nostro candidato e al prossimo presidente degli Stati uniti: Donald Trump. Diamo inizio alla festa stasera», ha detto Scott.