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Netanyahu, armi all’Anp. Insorge l’estrema destra

Netanyahu, armi all’Anp. Insorge l’estrema destraIl premier israeliano Benyamin Netanyahu – Ansa

Israele/Territori occupati Manifestazioni di protesta sulle linee di demarcazione tra Gaza e Israele. Quattro palestinesi uccisi da una esplosione

Pubblicato circa un anno faEdizione del 14 settembre 2023
Michele GiorgioGERUSALEMME

La notizia è esplosa come una bomba nel giorno del trentesimo anniversario dell’Accordo di Oslo dal quale è nata l’Autorità nazionale palestinese (Anp). E la deflagrazione ora scuote le fondamenta del governo di estrema destra religiosa di Benyamin Netanyahu. Israele ha o avrebbe approvato il trasferimento di una spedizione di decine di veicoli blindati e di 1500 mitra dagli Stati uniti alle forze di sicurezza agli ordini del presidente dell’Anp Abu Mazen. Incontenibile la rabbia dei ministri Bezalel Smotrich e Itamar Ben Gvir, i leader dell’estremismo israeliano, convinti che la mossa sia stata fatta a loro insaputa da Netanyahu che, sospettano, starebbe di complottando per gettare le basi di un governo con la destra moderata di Benny Gantz e i partiti centristi. Da parte sua Netanyahu parla di «fake news» ma ha ammesso che alcuni veicoli sono stati effettivamente consegnati all’Anp «per sostituire quelli vecchi». La destra israeliana ha sempre ostacolato la consegna di armi all’Anp – che ritiene una «organizzazione che non combatte ma aiuta il terrorismo» – perché, afferma, verrebbero poi cedute a gruppi armati per lanciare attacchi agli israeliani. L’accusa non ha mai trovato un fondamento concreto.

Citando fonti ben informate, il quotidiano palestinese Al Quds ha riferito che la spedizione di mitra e blindati americani è stata approvata da Israele e facilitata dalla Giordania. Sarà utilizzata da diversi rami delle forze di sicurezza dell’Anp per ristabilire la loro autorità su città della Cisgiordania, come Nablus e Jenin, dove i combattenti palestinesi, sostenuti dalle popolazioni locali, hanno il controllo della situazione. La richiesta di altre armi era stata presentata agli Stati uniti dal segretario generale dell’Olp, Hussein al-Sheikh, che si è spesso lamentato con i funzionari americani dell’insufficienza di risorse per le forze di sicurezza dell’Anp. Si tratta di migliaia di agenti che Washington retribuisce con finanziamenti diretti perché tenute, sulla base dell’Accordo di Oslo, a proteggere Israele e a reprimere organizzazioni palestinesi di opposizione.

«Non abbiamo approvato il trasferimento di armi e veicoli all’Anp» ripeteva ieri il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant. Ma il quotidiano Haaretz ha fatto notare che anche il solo passaggio di veicoli blindati non sarebbe stato possibile senza l’approvazione diretta di Gallant. Inoltre, ha aggiunto, se una simile mossa fosse stata approvata in passato, comunque Netanyahu avrebbe potuto fermare il trasferimento degli automezzi in qualsiasi momento se lo avesse ritenuto rischioso.

Nelle strade delle città palestinesi la notizia non ha generato particolari reazioni. La popolazione sa che l’Anp mantiene uno stretto coordinamento di sicurezza con Israele e ne chiede da anni la fine senza successo. Un comunicato del Dipartimento di Stato non ha fatto altro che confermare lo status quo creato dalle intese di Oslo: «Gli Usa continuano a sollecitare Israele e le forze di sicurezza palestinesi a lavorare insieme per migliorare la situazione in Cisgiordania». Da Gaza il movimento islamista Hamas ha accusato l’Anp di usare le armi Usa contro la «resistenza palestinese». Mentre divampava la polemica interna al governo Netanyahu e tra i «governi» di Gaza e Cisgiordania, lungo le linee di demarcazione tra Gaza e Israele si intensificavano le proteste palestinesi, simili a quelle del 2018, che stanno riprendendo in questi giorni. Diversi manifestanti sono stati feriti dal fuoco dei soldati e in serata si è saputo di quattro palestinesi uccisi e 26 feriti da un’esplosione avvenuta sulla barriera israeliana. Due militari siriani inoltre sarebbero stati uccisi e altri sei feriti in un nuovo attacco aereo israeliano al porto della città di Tartus.

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