Diversi anni fa in un breve libro dedicato a Luciano Ferrari Bravo, Toni Negri tracciava il ritratto del «cattivo maestro», in opposizione a quello «buono», rivendicando in un certo senso orgogliosamente quello stesso ruolo che il partito comunista italiano, la magistratura e la stampa tutta gli avevano cucito addosso in occasione di quella gigantesca montatura giudiziaria che fu il processo 7 aprile. A DIFFERENZA del buon maestro che è, spiegava in quel testo, mosso (a cominciare da Platone fino a Hegel) dall’ammirazione per l’ordine sistematico, per l’armonia, per la perfezione del già compiuto, il cattivo maestro è invece mosso dall’indignazione....