Non era mai successo nella storia della Repubblica parlamentare, che un deputato morisse e che il presidente d’aula non desse notizia della sua scomparsa. È successo nel caso di Toni Negri, che se n’è andato la settimana scorsa: come è noto fu eletto alla Camera nelle liste dei radicali (con 13 mila preferenze) e dunque fu parlamentare per tutta la nona legislatura. Marco Pannella lo aveva candidato per protestare contro le leggi speciali e la carcerazione preventiva che lo affliggevano, lui e i suoi compagni del «7 aprile», da quattro anni.

Il ricordo dei deputati a Montecitorio di solito avviene per via automatica, sono i funzionari degli uffici che ricordano a chi presiede la seduta di annunciare all’aula (magari in apertura dei lavori) la notizia della morte di un ex eletto. A quel punto, se lo ritengono, i deputati possono chiedere la parola e rievocarne la figura. In questo caso non è avvenuta né una cosa né l’altra: la morte dell’ex deputato Negri diventa in questo modo un rimosso della storia parlamentare che conferma l’incapacità di gran parte del mondo politico di fare i conti con la figura del professore padovano, la cui biografia solo l’altro giorno è stata ricostruita da un lungo e approfondito obituary apparso sulle pagine del New York Times. «Era fuggito dall’Italia grazie a un’elezione che lo aveva temporaneamente liberato dal carcere – ha scritto il filosofo Etienne Balibar su Le Monde – Eravamo sconvolti dall’ascesa del reaganismo e del thatcherismo, che avevano mandato in frantumi le illusioni nate dalla vittoria socialista del 1981. Cosa potevamo fare in questo sfacelo? ’Ma la rivoluzione!’ ci spiegava Toni, raggiante di ottimismo».

Il caso è stato notato e sottoposto a diversi parlamentari, che stanno valutando il da farsi. «Se nessuno ha ritenuto di informare l’aula di Montecitorio di questa scomparsa, in effetti ci troviamo di fronte a un’anomalia» ci dice Riccardo Magi, deputato e segretario di +Europa. Cioè del partito politico che più di ogni altri, nello scenario parlamentare attuale, può valutare affiliazione ed eredità storiche coi radicali.