Per i Negramaro è la prima volta tra i big, ma la seconda apparizione sul palco dell’Ariston dopo la clamorosa eliminazione del 2005 quando il loro Tutto scorre venne inopinatamente eliminato dalla categoria giovani, annunciato da un basito Bonolis. Il resto è storia, Tutto scorre viene subito adottato dalle radio scalando velocemente le classifiche, è l’inizio di una carriera ricca di successi. “All’epoca fu un po’ traumatico essere eliminati tra i giovani, ma quella è stata una tappa fondamentale e determinante per la nostra carriera. E ora siamo di nuovo in gara, senza pregiudizi”, sottolinea Giuliano Sangiorgi. Ricominciare tutto è un pezzo fuori dalla pazza folla, costruito con saggezza e con un crescendo che esalta le doti vocali del leader. “Il testo vuole essere come un atto di speranza e una sorta di imperativo, anche dopo il periodo covid che abbiamo vissuto – spiega il leader della band salentina -: per stare bene bisogna riconoscere nell’altro la persona pura, ripulita da qualunque pregiudizio. E bisogna farlo cominciando da sé. rismo di pensiero”.“Lo definerei un pezzo ‘interstellar’, un po’ avanti e un po’ indietro nel tempo. È la sintesi di tutte le nostre influenze, dagli U2 a David Bowie, passando per Lucio Dalle e Lucio Battisti”.

RISPETTO alla versione su disco, quella presentata sul palco dell’Ariston con l’orchestra diretta da Davide Rossi, il musicista e produttore italiano più volte vincitore ai Grammy Awards che tra gli altri ha collaborato con Coldplay, Ed Sheeran, U2, Depeche Mode, Kanye West), conferisce sfumature aggiunte, corposi e al contempo eterei. “Lo definerei un pezzo ‘interstellar’, un po’ avanti e un po’ indietro nel tempo. È la sintesi di tutte le nostre influenze, dagli U2 a David Bowie, passando per Lucio Dalla e Lucio Battisti”. Negramaro, una lunga storia che potrebbe essere raccontata in immagini? “Una potrebbe essere un’immagine nostra in cantina, a inizio carriera, a torso nudo, brutti, sudatissimi mentre suoniamo. E poi un’altra, io e Ermanno con una chitarra, di fronte a Caterina Caselli che aveva ascoltato la nostra prima pubblicazione, un disco autoprodotto che portava il nostro nome. Caterina ci aveva voluto lì, e le ho cantato tutta la vita che avevo da cantarle. E lì dopo sei ore avevamo un contratto in mano”.