«Negazione del genocidio»: il ban contro i dati sulle vittime a Gaza passa alla Camera Usa
Palestina Con 269 voti favorevoli, passa alla Camera dei rappresentanti l’emendamento per proibire al dipartimento di stato statunitense l’utilizzo delle statistiche sul bilancio dei morti provenienti dal ministero della salute di Gaza
Palestina Con 269 voti favorevoli, passa alla Camera dei rappresentanti l’emendamento per proibire al dipartimento di stato statunitense l’utilizzo delle statistiche sul bilancio dei morti provenienti dal ministero della salute di Gaza
«Vogliono cancellare i palestinesi che sono vivi, e ora stanno cercando di cancellare anche i palestinesi che sono morti». Così ha commentato la deputata democratica Rashida Tlaib il supporto del parlamento statunitense a una legislazione che silenzierebbe i dati sul genocidio a Gaza.
Giovedì 27 giugno è passato alla Camera dei rappresentanti un emendamento che proibisce al dipartimento di stato di utilizzare le statistiche provenienti dal ministero della salute di Gaza. Fra i 269 voti favorevoli ci sono ben 62 democratici, mentre solo due repubblicani si annoverano fra le 144 posizioni contrarie. Se solitamente il partito democratico indirizza i propri membri a votare «sì» o «no», questa volta non è stata data nessuna raccomandazione.
Tlaib, deputata democratica di origini palestinesi, denuncia il risultato dichiarando che «c’è talmente tanto razzismo contro i palestinesi in questa Camera che i miei colleghi non vogliono nemmeno riconoscere che i palestinesi esistono». Secondo Tlaib, il «disgustoso» emendamento rappresenta una «negazione del genocidio» che il governo israeliano sta perpetrando contro gli abitanti della striscia di Gaza da più di otto mesi.
Tariq Habash – il primo funzionario dell’amministrazione Biden a licenziarsi pubblicamente in segno di protesta contro il supporto di Biden al governo israeliano – sostiene che il presidente statunitense ha «preparato il terreno per orride legislazioni come questa». Il presidente degli Stati uniti, infatti, aveva dichiarato già in ottobre che «non c’è nessuna prova che i palestinesi stiano dicendo la verità sul bilancio delle vittime».
Dal 7 ottobre, il ministero della salute di Gaza è stata l’unica fonte che ha fornito statistiche regolarmente aggiornate sui morti e i feriti nella Striscia. Proibirne la divulgazione significherebbe quindi nascondere informazioni cruciali sulla crudele devastazione che è già sotto gli occhi di tutti.
Diverse ong e istituzioni internazionali come l’Onu continuano ad affidarsi ai dati del ministero della salute. A gennaio, il giornalista investigativo Yuval Abraham ha rivelato su X (ex Twitter) che l’intelligence israeliana, dopo aver segretamente sorvegliato il ministero della salute di Gaza, «ha ritenuto affidabili le statistiche sul bilancio delle vittime e ne fa uso da allora». Gli stessi funzionari dell’amministrazione Biden hanno più volte citato i dati in questione, a volte sottolineando che si trattano probabilmente di una sottostima, non di un’esagerazione.
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