Per il ministro degli Esteri Antonio Tajani (Fi) «sarà l’avvocatura dello Stato a decidere il da farsi» sui rimborsi per i familiari delle quasi cento vittime del naufragio di Cutro, avvenuto lo scorso 26 febbraio. Secondo quello dell’Interno Matteo Piantedosi: «Lo Stato non si gira assolutamente dall’altra parte, farà tutto quello che gli compete per indennizzare le vittime di questa tragica sciagura accaduta a febbraio».

Le due dichiarazioni sanno di un mezzo passo indietro del governo. Nell’udienza del processo ai presunti scafisti andata in scena mercoledì scorso, infatti, la Consap, società del ministero delle Finanze competente per il Fondo garanzia vittime della strada, aveva chiesto l’estromissione dal processo. A presentarla l’avvocato Francesco Colotti, in sostituzione della collega Giulia Bongiorno, senatrice leghista e legale Consap. L’esponente politica, però, ieri si è tirata fuori dalla vicenda. «Lo studio legale di cui sono titolare ha illustrato una questione giuridica rilevante che si affaccia per la prima volta in un’Aula giudiziaria. Il nostro incarico era estremamente circoscritto ed è iniziato e si è concluso nell’udienza del 15 novembre», ha dichiarato Bongiorno.

Per fare in modo che le buone intenzioni diventino fatti è intervenuto il legale delle famiglie delle vittime, Francesco Verri. «Prendo atto della retromarcia del governo e me ne rallegro. Ora la Consap ritiri la propria domanda di fuoriuscire dal processo. Il governo ha tempo fino alle 9 del 29 novembre per rimediare a un gesto impietoso e inaccettabile», ha detto il legale. Tra due mercoledì, infatti, è programmata la nuova udienza in cui il giudice si pronuncerà sulla vicenda.