Una figura maschile alta, avvolta in un impermeabile «sferzato da un vento inclemente», compare nel quartiere napoletano di Montesanto alle prime luci di un giorno qualunque. È inverno; occhi ancora assonnati fissano lo sconosciuto apparso all’improvviso come dal nulla, come se di punto in bianco si fosse materializzato nella nebbia mattutina. Sguardi interrogativi si posano su di lui, ma nessuno fiata; «lo stupore consigliava prudenza». Così inizia La fabbrica fantastica, di Roberto Marrone (Libreria Dante & Descartes, pp. 297, euro 15), già autore di Parole strappate alla notte e curatore, insieme a Maria Rosaria Rivieccio, di Diario di una coscienza,...