«Siamo in tanti, siamo colorati, siamo noi i normali»: lo speaker dà il segnale e i carri del Napoli Pride si mettono in marcia da piazza Dante al Lungomare. Ieri l’onda arcobaleno ha fatto tappa sotto il Vesuvio all’insegna di Tutta n’ata storia, citazione da Pino Daniele e chiaro riferimento al governo Meloni. Gran finale in serata: con la madrina dell’evento, Anna Tatangelo, Paola Turci, Andrea Sannino e Ginevra Lamborghini. La folla alla partenza occupa per intero la piazza, ognuno ha il suo cartello: «Chiedimi i pronomi prima del numero» oppure «Borderline ma mai Meloni». Quello di un ragazzo con la mascherina di Victor Osimhen recita «Ossisessuale».

LOREDANA ROSSI è la vicepresidente dell’associazione Trans Napoli, ha vissuto la stagione in cui l’unico mestiere che potevi fare era la prostituta perché la scuola e la famiglia ti respingevano e non rimaneva che la strada: «Ci vogliono far tornare indietro – accusa – ma non stiamo più nel Novecento, la cittadinanza è molto più aperta del governo Meloni. A chi non si espone voglio dire che il Pride è orgoglio, orgoglio di esistere come tutti. È una rivendicazione di diritti, se li tolgono a una minoranza dopo potrà essere il turno degli altri e allora sarà tardi». Tra i dieci carri anche quello trans con lo striscione «I femminielli sono contro la guerra», Gold Queen sarà su quel carro: «Sono qui per rivendicare i diritti del mondo Rave Arcobaleno: sempre essere se stessi, mai avere paura del buio».

FDI HA SCRITTO alla dirigente di un liceo di Venezia perché cancelli la «carriera alias», cioè il percorso introdotto per consentire agli studenti transgender di sostituire il nome anagrafico. Daniela Lourdes Falanga (Antinoo Arcigay Napoli) ribatte: «Siamo in un momento di evoluzione straordinaria e invece la politica ostracizza i bambini, le loro famiglie e nega una sana formazione nelle scuole per le persone trans. Siamo angosciati per ragazzi e ragazze che non riescono da soli a restituirsi alla vita in maniera sana, con coraggio. Tanti hanno paura, si sentono abbandonati da uno stato che minaccia le vite delle persone fragili».

TRA LA FOLLA ci sono ragazzi vestiti da angeli con enormi ali bianche, Sailor Moon ma con la chioma lilla e la regina trans del Pride colombiano in abiti tradizionali, direttamente dalla Corporation autonoma di Barranquilla, ospite della comunità cittadina che vive nel quartiere Vasto. Antonello Sannino (presidente Antinoo Arcigay Napoli): «La piazza è piena di giovanissimi, età media intono ai 20 anni. Una fascia di popolazione che spesso non va a votare, vivono un disagio nei confronti della classe politica. In Italia succedono cose incredibili e terribili come le liste di proscrizione fatte dall’associazione Pro Vita che ogni 3 mesi rinnova l’elenco delle realtà e dei professori “che fanno attività lgbtqia+” e lo inviano alle scuole, una cosa da stato fascista. Spesso denunciano alle procure le scuole che attivano la carriera alias».

E ANCORA: «Il presidente della Camera Fontana e la ministra Roccella sono stati portavoce del Family day, c’è un clima di paura: molte famiglie arcobaleno ci stanno contattando per dirci che sono pronte ad andare via dall’Italia. La campagna contro la trascrizione dei figli di coppie omogenitoriali è terribile: la nostra costituzione dice all’art 3 che siamo tutti uguali e che compito della Repubblica è rimuovere gli ostacoli. Il governo invece li crea. Ci appelliamo a Mattarella come garante della Costituzione: non può accettare questo obbrobrio sulle famiglie arcobaleno né l’obbrobrio del reato universale per la Gpa».

ANCHE ANTONELLA CAPONE, presidente delle Maree associazione lesbica femminista, è arrabbiata: «Un passo avanti, cento indietro. Ho cominciato 30 anni fa a lottare per i diritti di gay, lesbiche, trans, queer ma soprattutto per i bambini, i nostri bambini hanno gli stessi diritti degli altri. Non avrei mai immaginato che mi sarei ritrovata ancora a combattere per cose che dovrebbero già essere parte della quotidianità».

SABRINA, EDUARDO E NIX hanno 17 anni, studiano al liceo artistico Da Vinci di Aversa: «Il nostro è un ambiente abbastanza aperto ma siamo preoccupati per le politiche del governo, speriamo che il nostro futuro sia diverso». Vincenzo e Carmine esibiscono arcobaleni dai calzini agli accessori, un gruppo di turisti giapponesi li ha scelti per fare le foto: «Sono colorati, pieni di gadget e sprizzano amore ovvio che sono piaciuti» commentano gli amici. Andrea ha 20 anni ed è venuto da Roma con il compagno, il loro cartello recita «Meno omofobia più ragazze di periferia»: «È un omaggio alla madrina Tatangelo – raccontano -. Prima la tagliola sul ddl Zan, poi le decisioni del governo sui bimbi delle coppie gay, questi sono messaggi forti che possono spingere il contesto sociale a diventare ostile».

L’EX SINDACO DE MAGISTRIS attacca i rosso gialli: «La maggioranza dello scorso governo non ha avuto il coraggio di approvare il ddl Zan». In piazza il Pd con Sarracino, Annunziata e Dinacci. L’attuale primo cittadino Manfredi commenta: «Come sindaci abbiamo una posizione compatta sulle trascrizioni, abbiamo chiesto a Meloni una legge. Giuliano Amato ha ribadito che è costituzionalmente corretto trascrivere per lo meno i figli delle coppie femminili, per noi non si dovrebbe distinguere tra i figli di due mamme e di due papà ma serve una legge che consenta una copertura giuridica altrimenti le procure annullano gli atti. L’Italia deve andare avanti nella difesa dei diritti». L’ex presidente della Camera 5S Fico ammette: «È stato spesso difficile trovare maggioranze parlamentari».