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Napoli, la mobilitazione: «Gli enti locali sono assenti, nessun freno alla turistificazione»

Napoli, la mobilitazione: «Gli enti locali sono assenti, nessun freno alla turistificazione»Napoli, l'assemblea in Galleria Principe

In piazza a inizio giugno Assemblea pubblica «Restiamo abitanti della nostra città», i racconti degli universitari: «Impossibile trovare una stanza: se sei fortunato puoi spendere anche 450 euro per una singola ma con tutti questi turisti non c'è nulla. Gli studentati sono pochi e inaccessibili, confinati in zone periferiche senza collegamenti notturni»

Pubblicato più di un anno faEdizione del 11 maggio 2023

Cosa provoca la turistificazione senza controllo lo racconta Alfonso De Vito attivista di Magnammece ‘o pesone, lo sportello sociale antisfratti: «In vico lungo Montecalvario vivevano due ultrasessantenni: lui ha subito il trapianto di entrambi i polmoni; lei con un carcinoma al polmone, la sua famiglia risiedeva in quell’appartamento dal 1920. Dopo due anni di battaglie il proprietario, l’Asl, è riuscito a liberare l’immobile. Erano malati e sfiniti dallo stress mentale ed emotivo, il figlio è stato costretto a portarli a casa sua, allontanando una famiglia storica dal centro cittadino, sradicandoli dalla loro rete di relazioni e affetti, importanti anche per le cure a cui sono sottoposti».

Adesso vivono a Fuorigrotta, non sono riusciti ad affittare un’altra casa: «Il mercato immobiliare nel Centro storico è diventato talmente selettivo – prosegue De Vito – da espellere interi nuclei familiari. Non solo i prezzi sono alle stelle ma per firmare il contratto servono garanzie importanti: a due anziani invalidi non affitta nessuno pur avendo la capacità di pagare 700 euro al mese. Ci vuole il doppio stipendio e nessuna causa, come una malattia o invalidità, che renda più difficile un eventuale sfratto. I proprietari possono pretendere tutto questo perché più di 10mila appartamenti sono finiti sulle piattaforme per i turisti».

A Napoli chi si trova in questa situazione può fare affidamento solo sulla famiglia: «Non ci sono politiche attive per gli inquilini degli strati popolari che non possono difendersi dal mercato. Nel 2014 facemmo approvare dal comune una delibera che forniva la cornice normativa per riqualificare strutture pubbliche da destinare all’albergaggio sociale. La prima a via Settembrini non è mai stata inaugurata. Aspettiamo che venga completata la ristrutturazione di 4 appartamenti del condominio sociale di via San Nicola al Nilo, ottenuti dopo una lunga vertenza, ma sono una goccia nel mare». Rete Set, Campagna per il diritto all’abitare, Rete dei Beni comuni e Mi Riconosci hanno tenuto ieri un’assemblea per discutere di come restare abitanti della propria città: l’intenzione è costruire una mobilitazione a inizio giugno per chiedere a comune e regione risposte.

E poi ci sono gli universitari, Chiara Capretti consigliera di Potere al popolo della II Municipalità: «In altre città ci sono un minimo di servizi, a Napoli la situazione è drammatica: le stanze per gli studenti sono raddoppiate di prezzo costringendo chi studia qui a lavorare o fare i pendolari. Gli idonei alle borse di studio ma non beneficiari per carenza di fondi sono una platea così ampia da ledere il diritto allo studio. C’è un enorme patrimonio comunale inutilizzato, certamente da ripristinare. La valorizzazione può essere indirizzata a fini abitativi per le classi popolari. Ci sono progetti in altre realtà di questo tipo ma qui no, si punta invece a fare cassa con i fondi immobiliari per il mercato di fascia alta».

Napoli è tra le città italiane che hanno fatto registrare il più alto aumento nel costo delle stanze singole in affitto. Da ottobre a marzo, cioè in bassa stagione, c’è stata una crescita dei prezzi dell’11,9% rispetto ai mesi precedenti di alta stagione. Anna Fava è un’attivista di Italia nostra e della Rete Set: «Lo scorso aprile per gli immobili residenziali in vendita sono stati richiesti in media 2.733 euro al metro quadro, con un aumento del 1,22% rispetto ad aprile 2022. Per gli affitti l’aumento è stato del 5,34%. Il turismo di massa ha innescato la bolla immobiliare. Eppure gli strumenti per frenare le speculazioni ci sono. Il Tar Campania a dicembre ha respinto il ricorso di una sublocatrice: in base alla sentenza, chiunque concluda contratti di locazione breve per finalità turistica con continuità deve necessariamente avviare un’attività ricettiva di tipo casa vacanza, adempiendo quindi ai relativi oneri. Si potrebbe seguire questo binario per stabilire una norma regionale, mettendo un freno al mercato».

E ancora: «Fin dal 2017 abbiamo capito che a Napoli si sarebbe verificato quanto accaduto a Barcellona o Venezia. Ben venga una legge nazionale, come hanno chiesto 11 sindaci, ma già ora il comune partenopeo deve prendere una pozione su questo. E sul patrimonio culturale: non può essere solo oggetto di consumo per i turisti, deve piuttosto essere gratuito e fruibile per tutti i cittadini, soprattutto per chi si trova in una condizione di deprivazione culturale».

Venerdì manifestazione degli studenti a Porta di Massa. Gianluca è iscritto a Medicina e fa parte del Collettivo autorganizzato universitario: «Vogliamo che le università siano accessibili, che gli studenti possano vivere dove frequentano i corsi, che le città siano fatte a misura di studente. A Napoli è impossibile trovare una stanza: se sei fortunato puoi spendere anche 450 euro per una singola ma con tutti questi turisti non si trova nulla. Gli studentati sono pochi e inaccessibili, confinati in zone periferiche senza collegamenti notturni. Le università fanno convenzioni con alberghi, ristoranti e trattorie».

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