Visioni

Mundruczo tra giochi di potere e legami fatali

Mundruczo tra giochi di potere e legami fataliShia LaBeouf e Vanessa Kirby in una scena di «Pieces of a woman»

Venezia 77 In concorso «Pieces of a woman», primo film anglofono per il regista ungherese

Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 6 settembre 2020

I film di Kornél Mundruczo hanno creato grande interesse e raccolto premi fin dall’esordio Delta al più recente White Dog complesso e durissimo scenario contemporaneo dove non manca di avere un preciso riferimento una Budapest desolata e assediata dai cani randagi, così come da una ferocia incontrollabile. Film ispirato all’umanesimo di Coetzee, ci raccontava, contro le discriminazioni di qualunque tipo, umane e animali.

IL LEGAME che unisce tutti gli esseri ricompare anche in Pieces of a woman (Pezzi di una donna), in concorso, film di produzione Usa con Canada e Ungheria, sostenuto da uno dei suoi autorevoli ammiratori, Martin Scorsese. Qui Mundruczo sembra cambiare pelle, abbandona gli scenari e dispositivi allusivi, la nitidezza del racconto penetra un po’ alla volta come in un labirinto alla sua problematica di fondo: la indissolubile connessione di un individuo con tutti gli altri, a cominciare dai familiari, il misterioso legame che può far implodere i rapporti più indissolubili.

La prima scena del film irrompe come l’inizio di un match, costruita a suggerire l’intera tensione con cui si svilupperà il racconto e prosegue poi in maniera ancora più dirompente con un parto in diretta in tempo reale che potrebbe lasciare sconcertati non fosse che assume anche il valore preciso di una citazione: la prima scena di un parto in diretta appartiene al cinema ungherese, firmato da Marta Metzaros. Il suo stretto legame con Jancso, suo regista di riferimento, è proseguito anche nella scelta dei collaboratori, con il montaggio, firmato da David Jancso, che firma fin dai tempi di Delta.

LA TENSIONE sotterranea emerge e si sviluppa con un conflitto crescente tra Sean, operaio addetto alla costruzioni di ponti (Shia LaBeouf) e la moglie donna in carriera di estrazione borghese, interpretata da Vanessa Kirby , attrice inglese dal notevole curriculum. Il conflitto si allarga un po’ alla volta a tutti i personaggi della cerchia familiare compresa la madre (Ellen Burstyn la star di Alice non abita più qui, Il re dei giardini di Marvin). Un lutto non risolto sembra distruggere ogni possibilità di futuro, lotta di posizione affrontata con grande abilità di regia e grandi interpretazioni (negli ultimi anni Mundruczo ha affrontato con successo anche la regia teatrale, fondando una casa di produzione nel 2003).
Scontri caratteriali, giochi di potere, di dominio, di snobismo e di discriminazione, di trasporto amoroso non più corrisposto: tutta l’energia sviluppata dalle tensioni si espande e diventa cinema. Il fiume che attraversa la città continua imperterrito il suo corso maestoso come a suggerire che a volte i ponti si devono costruire e a volte bisogna lasciarli bruciare dietro si sé e andare avanti.

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