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Mountain Wilderness sui mondiali di sci a Cortina: il trionfo del cemento

Mountain Wilderness sui mondiali di sci a Cortina: il trionfo del cemento

Conclusi i mondiali di Cortina 2021. Ai cortinesi rimane in eredità la Tofana cementificata e alle popolazioni ladine l’imminente rischio di devastazione degli ultimi spazi liberi delle Dolomiti

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 23 febbraio 2021

I mondiali di sci alpino di Cortina d’Ampezzo sono arrivati alla conclusione. 10 stupende giornate di sole e temperature fredde hanno facilitato l’organizzazione, ma i limiti sono apparsi a tutti evidenti.

Proprio nei punti critici sollevati dagli ambientalisti, laddove è stato usato l’esplosivo per demolire la roccia (piste Vertigine e Labirinti), laddove si sono messi i Gasez (i bomboloni di gas, inseriti per liberare il versanti dall’incombenza delle valanghe).

Per chi sa giudicare con equilibrio è risultato evidente che le piste di Supergigante e Discesa libera sono inadeguate a gare internazionale di tale livello, troppo brevi. Che l’aver voluto stupire con una serie di salti impossibili si è rilavata una bravata che ha lasciato ulteriori scompensi al territorio, sia in roccia che nel settore boscato. I salti sono infatti stati tutti addolciti in corso d’opera, o inserendovi curvoni da formula 1 (le chicane) o spianando la neve, facendo comunque imbestialire gli atleti.

Come del resto l’incubo valanghe sulle piste rimane: gli organizzatori sono stati fortunati per il fatto che non si siano verificate nevicate importanti, altrimenti tutta l’organizzazione saltava (vedere i primi tre giorni, tutte le gare annullate).

In questa situazione Cortina deve rassegnarsi: per le Olimpiadi 2026 le gare maschili rimangono in Valtellina. Nonostante le aggressive intemperanze contro la Lombardia del governatore veneto Luca Zaia e del sindaco di Cortina Gianpiero Ghedina.

Le piste non si possono ulteriormente allungare, a meno che non si demolisca del tutto la Tofana di Mezzo (abbiamo già visto di cosa sia capace certa imprenditoria).

Con discrezione abbiamo seguito lo svolgersi dei mondiali anche rimanendo sul territorio. Abbiamo preso atto dell’improvvisazione e di tanta superficialità (la gara del gigante parallelo, ma non solo).

 

Più che ad un importante evento sportivo abbiamo assistito ad una rassegna mediatica e di esplosione di pubblicità, anche molto aggressiva, vedasi le firme delle auto. Un evento economico che ancora ha tolto soldi alla montagna.

Contemporaneamente allo svolgersi delle gare Luca Zaia stanziava 52 milioni di euro per la sanità veneta. Non un centesimo viene investito nel bellunese. mentre ci si impegna alla costruzione di devastanti e costose circonvallazioni, tipo San Vito di Cadore o a Longarone e Castelavazzo, una vergogna, 270 milioni di euro per distruggere la montagna.

Tutto tace sulle potenziali ferrovie che potrebbero risolvere problemi cronici della mobilità del bellunese o sul potenziamento, stabile, del trasporto pubblico. Come si rimane sconcertati dal fatto che la Regione Veneto utilizzi soldi pubblici per ripianare la Fondazione dei mondiali del mancato introito della vendita di biglietti, 3 milioni di euro pubblici tolti ai servizi essenziali alle persone e alla cura della montagna.

Sono stati i mondiali del trionfo del cemento sulla montagna. Lo abbiamo ripetutamente documentato con efficacia, anche grazie al lavoro del nostro caro amico Francesco Pistollato, filmmaker paesaggista che ci è sempre stato vicino, anche durante le ricognizioni di questa settimana.

Ora ci attende una grande e lunga sfida. Per vincerla abbiamo bisogno del contributo di tutte le sensibilità e intelligenze attive, dove possibile anche istituzionali delle Alpi, e specialmente del bellunese.

Vanno impediti i tre grandi collegamenti legati ai mondiali appena conclusi e alle prossime Olimpiadi Lombardia Cortina 2026: Cortina – Arabba – Marmolada, Cortina – Val Badia, Cortina – Alleghe – Civetta. Qualora realizzati questi assurdi collegamenti lasceremo in eredità ai giovani le Dolomiti in alta quota definitivamente distrutte, ovunque, come già avvenuto in valle di Fassa, Val Gardena e Badia.

Avremo modo di approfondire e lavorare sul per costruire le necessarie alleanze, anche di profilo internazionale.

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