Dopo il successo di Shin Godzilla del 2012 con cui la coppia Hideaki Anno e Shinji Higuchi aveva rivitalizzato il lucertolone giapponese in uno dei lungometraggi più riusciti dell’intero franchise, e dopo il trionfo al botteghino per Evangelion: 3.0+1.0 Thrice Upon a Time lo scorso anno, i nuovi progetti dei due giapponesi rappresentano un altro ritorno alle loro passioni giovanili. Shin Ultraman e Shin Kamen Rider sono altri due film che completano infatti la trilogia dedicata a tre dei più popolari eroi tokusatsu usciti dall’arcipelago il secolo scorso. Mentre il lungometraggio del famoso eroe in motocicletta, scritto e diretto da Anno, uscirà nel 2023, Shin Ultraman debutterà nelle sale dell’arcipelago il prossimo 13 maggio.

SI TRATTA di un film diretto da Higuchi e scritto e prodotto da Anno che reimmagina uno dei personaggi televisivi giapponesi più popolari di sempre. Creata da Eiji Tsuburaya nel 1966, la prima serie racconta le vicende di Hayata, un ricercatore che si fonde con un’entità extraterrestre per sconfiggere i mostri provenienti dallo spazio.
Per capire come si è giunti a Shin Ultraman bisogna andare indietro nel tempo, agli inizi degli anni ottanta per essere più precisi, quando un gruppo di animatori, al tempo studenti dell’università di Osaka, formano un collettivo, il Daicon Film, attraverso il quale realizzano dei cortometraggi animati in 8mm, fatti in maniera amatoriale naturalmente, da usare come opening per la convention di fantascienza del Nihon SF Taikai nel 1981. Daicon III Opening Animation, della durata di poco più di cinque minuti impressiona per stile e idee usate, tanto che il gruppo due anni più tardi realizza un altro corto, sempre per la stessa convention di fantascienza, il Daicon IV Opening Animation. Anche questo della durata di pochi minuti, è uno di uno dei lavori di animazione più importanti di tutta la storia del medium in Giappone, sia per il dettaglio e la cura dei particolari, sia, soprattutto, per l’esplosiva miscela di riferimenti e omaggi alla cultura pop che riesce ad inserire in un flusso caleidoscopico nei pochi minuti di durata. Da Star Wars ad Alien, da Godzilla e Gundam, dalla coniglietta di Playboy ai supereroi Marvel e DC, il lavoro sancisce simbolicamente la nascita di una generazione cresciuta ed imbevuta dalla cultura pop, sia occidentale che giapponese, che ha finalmente la possibilità di esprimere se stessa attraverso il medium animato.

IL DAICON FILM era composto da Toshio Okada, Yasuhiro Takeda, Hideaki Anno, Hiroyuki Yamaga e Takami Akai, ancora studenti come si diceva, un gruppo di amici che di lì a qualche anno avrebbe fondato lo Studio Gainax, casa di produzione responsabile di Evangelion per intendersi, ma anche di altri notevoli lavori quali Le ali di Honneamise (1987) e la serie animata Nadia – Il mistero della pietra azzurra (1999).
I due cortometraggi si possono trovare facilmente in rete, ma non sono stati mai ufficialmente distribuiti su larga scala, esistono delle copie in 8mm e videocassette ma praticamente introvabili, in quanto essendo dei lavori amatoriali, i diritti e le licenze di tutti i franchise e dei personaggi omaggiati non ne permettono tuttora la vendita legale. Dopo la prima creazione, Anno e Yamaga vanno a lavorare come animatori per l’anime Fortezza superdimensionale Macross, e nel 1982 il gruppo produce dei corti in 8mm, Kaiketsu Notenki e Kaettekita Ultraman, il primo lavoro di Anno come regista, una parodia in live action di Ultraman in cui il regista interpreta la parte del supereroe che giganteggia sui palazzi sconfiggendo un mostro alieno.

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