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Missile russo sulla veglia funebre. A Kupiansk è «strage deliberata»

Missile russo sulla veglia funebre. A Kupiansk è «strage deliberata»Quel che resta dell’edificio di Groza, presso Kupiansk, colpito ieri da un missile Iskander – Ap

51 morti, tra cui un bambino di 6 anni Zelensky promette vendetta. Ma Kiev si dice preoccupata dalla quantità di truppe e armamenti che Mosca ha ammassato sul fronte orientale. Secondo un rapporto degli osservatori Onu per i diritti umani, dal febbraio 2022 quasi diecimila vittime civili

Pubblicato circa un anno faEdizione del 6 ottobre 2023

«Un attacco missilistico contro un normale negozio di alimentari, un attacco terroristico completamente deliberato». Il presidente Zelensky ha definito così il bombardamento a Kupiansk, una cittadina nella regione di Kharkiv, nell’est dell’Ucraina. A sera il bilancio è di 51 vittime, tra cui un bambino di 6 anni: una delle stragi peggiori dall’inizio del conflitto.

IL MISSILE RUSSO, UN ISKANDER secondo le prime ricostruzioni, si è abbattuto su un alimentari di Groza, a circa 30 km dalla più conosciuta Kupiansk. Uno di quei negozi che nelle aree rurali fa anche il caffè e vende snack. In quel momento sembra che si stesse tenendo una veglia funebre per un altro membro della comunità e perciò il locale era particolarmente affollato. «Si è trattato di un attacco terroristico deliberato, dimostrativo e brutale», ha aggiunto Zelensky, che ha promesso «una rappresaglia giusta e potente».

Anche dal Segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, è giunta una «ferma condanna» e il suo ufficio ha ricordato che «gli attacchi contro i civili e le infrastrutture civili sono vietati dal diritto internazionale umanitario e devono cessare immediatamente». Mentre la coordinatrice umanitaria delle Nazioni Unite, Denise Brown, si è detta «sconvolta» dall’attacco e ha ricordato che colpire intenzionalmente i civili rappresenta crimine di guerra. Per quanto brutale, l’attacco a Groza non è avulso al contesto bellico attuale. È da almeno due mesi che nella zona di Kupiansk si teme un contrattacco russo e, infatti, circa due mesi fa le autorità ucraine disposero l’evacuazione coatta dell’area.

L’OBIETTIVO DEI RUSSI a Kupiansk sarebbe quello di creare una testa di ponte, ovvero un cuneo nella linea del fronte ucraino in modo da costringere Kiev a distrarre forze da altri punti e attestarsi sulla difensiva. Ciò avrebbe il duplice effetto di allentare la pressione d’attacco dei reparti ucraini nell’est e potrebbe essere usata dalla controparte per indicare la fine (e dunque il fallimento) della controffensiva.

Ma l’aspetto mediatico in questo caso è secondario. Kupiansk, infatti, si trova su un’importante linea di rifornimenti che prima del settembre 2022 i russi avevano occupato e utilizzavano a pieno per le truppe di stanza nella regione di Kharkiv. Poi gli ucraini sono riusciti a riconquistarla costringendo i russi a indietreggiare. La strategia in quel frangente fu proprio quella della «terra bruciata» intorno ai soldati di Mosca. Niente rifornimenti per obbligare i soldati nemici a fuggire. Inutile dare battaglia senza munizioni e a stomaco vuoto. È così che l’Ucraina è riuscita a riconquistare Llyman, poco più a sud, senza sparare neanche un colpo.

AL MOMENTO SAREBBE SBAGLIATO ritenere che i russi stiano cercando di attuare la stessa strategia al contrario in quanto la disposizione delle forze in campo è troppo differente da quella dello scorso autunno. Ma l’importanza strategica di Kupiansk resta. Soprattutto se si crede alle cifre fornite dal portavoce del Comando orientale delle forze armate ucraine, Ilya Yevlash: «Nella zona di Lyman-Kupiansk, l’esercito russo ha concentrato 110 mila soldati, 1.085 carri armati, 2.000 veicoli corazzati, 700 unità di sistemi di artiglieria e mezzo migliaio di cannoni semoventi». Numeri impressionanti. Ma alcuni analisti continuano a sostenere che in quell’area i russi non cerchino uno sfondamento. Si tratterebbe di soldati freschi di addestramento e male armati. Una sorta di spauracchio per la controparte, insomma. Difficile dire se sia proprio così, resta il fatto che a Kiev si dicono preoccupati. E, soprattutto dicono che l’attacco di ieri a Groza non rientra in questo alveo, ma in quello della strage di civili.

A TALE PROPOSITO, secondo un rapporto stilato dagli osservatori Onu per i diritti umani in Ucraina, sono quasi diecimila le vittime civili e decine di migliaia i feriti dal febbraio 2022 a un ritmo di 6 morti e 20 feriti al giorno. «Nel frattempo» sostengono gli osservatori «i cittadini nelle aree occupate dalla Russia sono sottoposti a torture, violenze sessuali e detenzioni arbitrarie».

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