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Minori nei centri con gli adulti, nuova stretta sui richiedenti asilo

Minori nei centri con gli adulti, nuova stretta sui richiedenti asiloIl cdm di ieri con Nordio, Piantedosi e Giorgetti – Ansa

La trappola Il ministro dell'Interno Piantedosi: «In caso di arrivi consistenti per stabilire l’età dei presunti minorenni saranno utilizzati anche esami radiografici». I centri d’accoglienza saranno riempiti fino al doppio della capienza, rischiando di creare tensioni

Pubblicato circa un anno faEdizione del 28 settembre 2023

Il consiglio dei ministri di ieri ha approvato le nuove «disposizioni urgenti» su immigrazione e protezione internazionale. I punti principali restano quelli delle bozze circolate martedì: meno garanzie per richiedenti asilo e minori stranieri non accompagnati, maggiori fondi alle forze di sicurezza. Salta il punto sul potenziamento tecnico-logistico del sistema di prima accoglienza con l’utilizzo di personale della guardia costiera.

Sull’espulsione dei titolari di permesso di soggiorno di lungo periodo sarà competente il Viminale nei casi di «gravi motivi di ordine pubblico o di sicurezza dello Stato» e il prefetto per «gravi motivi di pubblica sicurezza». Le decisioni saranno appellabili, rispettivamente, a Tar e giudice ordinario. È potenziato, anche grazie a nuovi fondi e personale, il controllo sulle domande di visto di ingresso in Italia. Stretta su chi manifesta la volontà di chiedere asilo ma non formalizza la domanda o salta alcuni dei passaggi previsti. Per chi «si allontana ingiustificatamente da centri d’accoglienza o Cpr», dice Piantedosi in conferenza stampa, la sospensione dell’iter è ridotta da 12 a 9 mesi.

SULLE DOMANDE reiterate in fase di espulsione ci saranno «procedure più semplificate, senza derogare il diritto previsto, attraverso l’attivazione in via speditiva del presidente della commissione territoriale da parte del questore», ha spiegato Piantedosi. Il governo fa dunque un passo indietro rispetto alle bozze del provvedimento che attribuivano questo potere direttamente al questore. In caso contrario la norma – che si applica nei casi dei richiedenti asilo che hanno ricevuto un diniego, poi un decreto di espulsione e dopo avanzano una nuova richiesta la cui legittimità risiede nella presenza di eventuali nuovi elementi – avrebbe violato l’articolo 4 della direttiva «procedure», la 2013/32/Ue, che assegna la responsabilità dell’esame delle domande alle autorità designate a livello nazionale. In Italia sono appunto le commissioni territoriali e non il questore.

IN TEMA DI ACCOGLIENZA resta la possibilità di «derogare ai parametri di capienza previsti per centri e strutture» fino al doppio dei posti. In pratica, invece di costruire nuovi luoghi in cui ospitare degnamente chi sbarca, si dà la possibilità di stipare sempre più persone all’interno di quelli esistenti: inevitabilmente si andranno a creare situazioni di tensione dentro e intorno ai centri e si ridurranno i servizi offerti, spesso carenti anche in condizioni normali. Sono estese le tutele previste per le persone vulnerabili a tutte le donne e non solo a quelle in stato di gravidanza, garantendo l’accesso al sistema di accoglienza ordinaria Sai. 400 militari si aggiungono all’operazione strade sicure, per compensare il personale che sarà dispiegato nei centri di trattenimento. Avranno una «funzione dinamica nel controllo delle stazioni». Da qui al 2024 polizia e pompieri riceveranno 25 milioni in più.

CAPITOLO A PARTE quello dei minori stranieri non accompagnati. Diventa possibile mutare in espulsione la condanna per falsa attestazione di chi bluffa sulla data di nascita e sono previsti maggiori controlli nella conversione del permesso di soggiorno in quello per lavoro al compimento dei 18 anni. Restano anche le due misure trapelate dalle bozze che avevano sollevato maggiori critiche. La possibilità di accogliere, in mancanza di posti dedicati, i minori con più di 16 anni in strutture per adulti per un periodo fino a tre mesi. Un deciso passo indietro nella protezione dei ragazzi che arrivano in Italia dopo un viaggio lungo e difficile, senza genitori. Il 31 agosto scorso la Corte europea dei diritti umani (Cedu) aveva condannato l’Italia per trattamenti inumani e degradanti ai danni di una 17enne ghanese rimasta per otto mesi in un centro d’accoglienza per adulti del comasco. Tra le ragioni anche la promiscuità con i maggiorenni. «La collocazione di tutti i minori in strutture a loro riservate è un principio che non si può derogare. L’ho ribadito una settimana fa, a prescindere dalle vicende d’attualità», dice al manifesto Carla Garlatti, garante per l’infanzia e l’adolescenza.

IL SECONDO PUNTO contestato è la possibilità di non rispettare il protocollo multidisciplinare per l’accertamento dell’età recepito nel 2017 dalla legge Zampa. In caso di «arrivi consistenti, multipli e ravvicinati» – circostanza per nulla rara – sarà possibile realizzare altri tipi di esami, anche radiografici. Questo nonostante ci sia consenso scientifico sul fatto che l’RX del polso non sia idoneo, da solo, a fornire risultati certi. Anche su questo l’Italia è stata recentemente condannata dalla Cedu, nel luglio 2022, per il caso di un ragazzo mandato nel centro di accoglienza di Cona (Venezia) in base all’esame radiografico che lo aveva erroneamente ritenuto maggiorenne.

«IL GOVERNO ha varato ben nove decreti sull’immigrazione spostando ulteriormente il tema in ambito repressivo e poliziesco – commenta l’avvocata Nazzarena Zorzella, dell’Asgi – Questo non solo rispetto ai migranti ma anche ai richiedenti asilo, le cui garanzie sono state ridotte in vari ambiti. Un potente strumento propagandistico che vorrebbe suggerire come queste persone siano di per sé pericolose».

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