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Milano salvagente, presidio che diventa qualcos’altro

Milano salvagente, presidio che diventa qualcos’altroIl relitto del naufragio di migranti sulla spiaggia di Cutro – foto LaPresse

Immigrazione Cresce un appuntamento deciso con la rabbia negli occhi. Le ong del soccorso in mare affiancate in breve tempo da decine di sigle e associazioni

Pubblicato più di un anno faEdizione del 4 marzo 2023

La risposta di Milano all’ennesima strage nel Mediterraneo, con lo sguardo rivolto alla manifestazione antifascista di Firenze.
Oggi pomeriggio ci sarà un presidio alle 14 in piazza Oberdan. Lo hanno convocato le Ong a cui il governo vuole impedire di fare soccorso in mare: Mediterranea Saving Humans, Medici Senza Frontiere, ResQ, Emergency Volontari Milano, Iuventa Crew, Sea Watch, Open Arms. Ma in pochi giorni questo presidio lanciato con la rabbia negli occhi per la strage di Cutro è diventato qualcos’altro, allargandosi a decine e decine di associazioni. Impossibile riportarle tutte, dall’Anpi alle Acli, dalla Cgil a Sant’Egidio e poi una sfilza di realtà milanesi. Segno di una necessità diffusa di incontrarsi in piazza e riprendere contatto con una dimensione pubblica di mobilitazione che dal Covid in poi si era spenta.

“NEL CAOS DELLE LACRIME di coccodrillo e delle dichiarazioni ipocrite o crudeli è necessario che si alzino molte voci”, scrivono gli organizzatori. Con lo sguardo rivolto anche a Firenze, alla manifestazione antifascista e al dibattito seguito alla lettera della preside Annalisa Savino. “Chi decanta il valore delle frontiere, chi onora il sangue degli avi in contrapposizione ai diversi, continuando ad alzare muri, va lasciato solo, chiamato con il suo nome, combattuto con le idee e con la cultura”, scriveva la professoressa dopo il pestaggio degli studenti di sinistra fuori da un liceo a Firenze.

E QUINDI ECCOLE qui le idee e la cultura per combattere le nuove forme di fascismo. “I responsabili di questa tragedia sono proprio la difesa dei sacri confini dal pericolo rappresentato dalle navi che salvano vite in mare, il rifiuto di realizzare corridoi umanitari, la politica degli accordi di rimpatrio e di sovvenzionamento degli stati autoritari o delle milizie dei paesi confinanti”, scrivono le Ong. «Ci sono quasi 150 adesioni» dice Leon Blanchard di Mediterranea Saving Humans. «Va data una risposta a questa strage che non è la prima e non sarà l’ultima se non cambiano le politiche sul soccorso e l’immigrazione. Non si possono scambiare operazioni di soccorso con operazioni di polizia».

IN PIAZZA OBERDAN ci sarà un piccolo impianto per gli interventi e le testimonianze dei tanti mondi migranti che ruotano attorno a Milano. «Ci aspettiamo una buona partecipazione e ci auguriamo che questa manifestazione sia uno spartiacque. Bisogna mettersi a costruire insieme, ci sono tante persone che hanno qualcosa da dire», dice ancora Leon. «Il collegamento ideale con la manifestazione di Firenze è nelle parole della preside che ha spiegato perfettamente a cosa porta l’ossessione securitaria della difesa dei confini».

Il presidio milanese sarà in collegamento anche con Cutro, con chi si è attivato per aiutare i sopravvissuti alla strage. «È importante dare una risposta al governo anche nelle piazze», racconta Davide Salvadori, membro della nave Iuventa della Ong Jugend Rettet che in queste settimane sta affrontando un processo per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina: tra il 2016 e il 2017 hanno salvato nel Mediterraneo 14 mila persone. «Sono in corso le udienze preliminari» spiega Salvadori. «Quando abbiamo saputo del naufragio di Cutro eravamo proprio al porto di fronte alla nostra nave messa sotto sequestro e che invece potrebbe essere usata per operazioni di salvataggio in mare più che mai necessarie».

LA MANIFESTAZIONE sarà trasmessa in diretta da Radio Popolare. «Per noi è stata una reazione spontanea, ci siamo organizzati in pochissimo tempo, non volevamo aspettare come si fa di solito per organizzarsi meglio. È stata una reazione alla strage e ci auguriamo che i milanesi sentano l’urgenza di scendere in piazza come la sentiamo noi».

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