Tra luglio e ottobre 2023 l’università Milano-Bicocca ha somministrato un questionario online a tutti gli studenti nella fase di iscrizione per conoscere la loro condizione abitativa. Non era obbligatorio rispondere ma ben 19.401 studenti, il 52% degli iscritti, lo hanno fatto. La raccolta di dati, guidata dalla sociologa Silvia Mugnano, fornisce un quadro aggiornato del bisogno abitativo degli studenti universitari a Milano. La presentazione è stata l’occasione di un confronto sull’emergenza abitativa tra università, studenti e istituzioni.

IL GRUPPO DI RICERCA, composto da Igor Costarelli, Fabio Gaspani, Carola Giannotti Mura e Riccardo Ramello, ha mappato le residenze universitarie pubbliche e private a Milano, mostrando il ruolo delle università nella trasformazione urbana. Le residenze private sono presenti anche nei pressi dei campus ma non restituiscono canoni calmierati, ha notato Mugnano. Ma solo l’1% dei rispondenti al questionario abita in una residenza; molti provengono da fuori la regione e dall’estero. Quasi la totalità dei rispondenti ha nazionalità italiana, il 60% è iscritto alla triennale. Il 71% degli studenti abita con i genitori. Vivono prevalentemente in Lombardia e nell’area metropolitana milanese e sono iscritti alla triennale. «Il tema è il pendolarismo e l’impatto sulla vita universitaria» ha commentato Mugnano. Il 18% degli studenti abita in affitto privato. Di questi, la maggior parte proviene da altre regioni ed è iscritto alla magistrale: è in questa fase del ciclo di studi che Milano è attrattiva.

LO STUDIO ha evidenziato la condizione di fragilità degli studenti che abitano in affitto: il 7% non ha un contratto, un dato alto considerando gli incentivi contro il nero. Il 49% ha un contratto ordinario 4+4, il 24% ha un contratto agevolato transitorio fino a 18 mesi: si tratta di contratti con canoni alti. Solo il 20% ha contratti con canoni calmierati. Il 55% degli studenti non ha i requisiti Isee per ottenere una borsa di studio e il carico supportato dalle famiglie (l’affitto lo pagano nel 59% dei casi i genitori) è molto alto. Il 54% degli studenti vorrebbe un ufficio di mediazione per trovare una casa in affitto sul mercato privato, e servizi di supporto abitativo. Secondo Mugnano, i dati sollecitano le università e la pubblica amministrazione a estendere il target delle politiche abitative oltre la fascia di studenti che accede alle misure per il diritto allo studio, anche a una «fascia grigia» per cui oggi non si fa nulla.

MUGNANO ha proposto l’istituzione di un osservatorio sull’abitare studentesco, per il monitoraggio continuo delle traiettorie abitative degli studenti. Secondo Giovanna Iannantuoni, rettrice della Bicocca, si potrebbe farlo insieme ad altri atenei. Alessandro Fermi, assessore all’Università della Regione Lombardia, ha citato la misura del Pnrr per nuovi alloggi: con un decreto di febbraio, il governo ha stanziato 2,1 miliardi per 60mila nuovi posti letto per studenti entro il 2026.

SONO PREVISTI 23mila nuovi alloggi in Lombardia di cui 18mila a Milano. Il 30% di questi posti dovrà essere destinato al diritto allo studio, ma i canoni dei posti non vincolati saranno calcolati anche in base ai valori di mercato, e ridotti del 15%. Resta da vedere, quindi, quanto saranno accessibili. Secondo Pierfrancesco Maran, assessore alla casa di Milano, la sfida oggi non è attrarre studenti, ma trattenerli; le leve pubbliche sarebbero però limitate. Massimo Bricocoli del Politecnico di Milano, che coordina l’Osservatorio Casa Abbordabile, ha ricordato che il problema della casa riguarda anche chi svolge ricerca e servizi essenziali negli atenei, con costi abitativi troppo elevati rispetto ai salari. Alessandro Santoro, prorettore della Bicocca, che ha promosso la ricerca, ha rilanciato l’idea dell’osservatorio permanente anche per indirizzare le politiche e stimolare gli enti pubblici a esercitare la loro funzione di regolazione della rendita, per restituirne una parte ai cittadini.