Milano, il centrosinistra rischia di cadere dalla bicicletta
Mobilità Mille/duemila persone scampanellanti, incazzate e piene di delusione per come il centrosinistra ha tradito le promesse sulla città a misura di persone
Mobilità Mille/duemila persone scampanellanti, incazzate e piene di delusione per come il centrosinistra ha tradito le promesse sulla città a misura di persone
L’epopea del centrosinistra alla guida di Milano era iniziata il 24 maggio 2011 con una biciclettata per Pisapia sindaco, «la volata» l’avevano chiamata quel misto di cicloattivisti e persone che avevano questa strana abitudine di usare la bici per muoversi a Milano. Ritrovo all’ora dell’aperitivo in piazza Duomo e poi via in giro per una città ancora da convincere e conquistare dopo tanti anni di governo di centrodestra. Quella sera c’erano le magliette arancioni e i cartelli «il vento cambia davvero», mille/duemila persone scampanellanti, sorridenti e piene di entusiasmo.
Fa un certo effetto rivedere oggi quei video su Youtube dopo che giovedì sera è successa la stessa cosa ma al contrario: mille/duemila persone scampanellanti, incazzate e piene di delusione per come il centrosinistra ha tradito le promesse sulla città a misura di persone. Nel 2023 sono stati uccisi in 14 tra ciclisti e pedoni, 34 sono finiti in ospedale in codice rosso. Il trend degli incidenti gravi è in aumento negli ultimi cinque anni, in particolare dopo il Covid. E così giovedì sera 2.000 persone si sono ritrovate in quattro punti della città per urlare: «Basta morti in strada». Hanno bloccato il traffico per una ventina di minuti e poi si sono messe in cammino, con bici e qualche passeggini al seguito, verso Palazzo Marino, la sede del Comune di Milano. Ciascuno di loro aveva qualcuno in chat che gli scriveva «la prossima volta vengo anch’io». Urlavano «basta morti in strada», ma anche «se non cambierà bloccheremo la città» e «Beppe Sala non pedala».
Chissà cosa si è sentito dentro al Palazzo, chissà se l’eco è arrivata anche a casa del sindaco. In strada c’erano un sacco di suoi elettori che si sono rotti le scatole delle promesse non mantenute su un tema che a Milano è diventato cruciale – muoversi in bici o a piedi senza rischiare la vita – e sui cui il centrosinistra si giocherà un pezzo del consenso per il prossimo sindaco. Perché non serve essere troppo svegli per capire che a scricchiolare è tutto il modello Milano che ha drogato la città del post Expo 2015 e ora mostra il conto. La bici simbolo del «vento che cambia davvero» di 12 anni fa può diventare il simbolo di una rovinosa caduta. Nessuno lo vuole tra chi era in piazza giovedì sera, ma il tempo della fiducia incondizionata sembra essere finito. Giovedì sera a Milano è successo qualcosa.
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