Milano, bomba d’acqua e la città va in tilt. Manca la manutenzione
Ambiente Tra le 9 e le 12 sono caduti 100 millimetri di pioggia: tombini e caditoie ostruiti, strade come torrenti. Gli automobilisti sono saliti sui tetti delle auto. In Piemonte un disperso
Ambiente Tra le 9 e le 12 sono caduti 100 millimetri di pioggia: tombini e caditoie ostruiti, strade come torrenti. Gli automobilisti sono saliti sui tetti delle auto. In Piemonte un disperso
Il titolo del film è lo stesso di sempre: «Piove, Milano si allaga». Questa volta però la trama è stata un po’ diversa dal solito perché a finire sott’acqua è stata un po’ tutta la città e non solo quella parte costretta da anni a convivere con le esondazioni dei fiumi Seveso e Lambro. Il sistema idraulico cittadino non ha retto l’impatto della pioggia, che non è riuscita a defluire nei tombini e nelle caditoie stradali. Tra le 9 di mattina e mezzogiorno le strade si sono trasformate in torrenti da guadare, con la situazione più critica nella zona ovest dove in sei ore, dalle 5.30 alle 11.30, sono caduti 100 millimetri di pioggia. «In centro 60mm, in periferia sud 60mm, nel quartiere di Lambrate e in periferia nord 45mm» ha spiegato l’assessore alla sicurezza e alla protezione civile di Milano, Marco Granelli.
CHI SI È MOSSO IN AUTO si è ritrovato con l’acqua a metà ruota e qualcuno è rimasto bloccato nei sottopassi completamente allagati. In quello di viale Rubicone, zona nord-ovest della città, alcuni automobilisti sono stati costretti a salire sul tetto delle proprie auto e attendere lì i soccorsi per l’acqua infiltratasi negli abitacoli. Tra quelli che si sono mossi con i mezzi pubblici, i più sfortunati sono stati i pendolari che attraversano la città con i treni del passante ferroviario che ha registrato ritardi anche di 120 minuti. Ritardi anche per i mezzi di superficie e problemi d’infiltrazione d’acqua sono stati registrati soprattutto sulla linea verde della metropolitana tra le stazioni di Famagosta e Assago, chiuse per ore.
TRA CHI ERA A PIEDI, i più attrezzati sono arrivati in ufficio con gli stivali, gli altri con piedi e gambe inzuppati d’acqua. Allagate anche cantine e piani interrati. Di pioggia n’è caduta tanta in poche ore, ma ce ne sarà da discutere anche sulla manutenzione delle strade, sulla pulizia dei tombini e delle caditoie che dovrebbero assorbire l’acqua in eccesso. Perché se è vero che i fenomeni climatici estremi stanno diventando sempre più frequenti, la manutenzione ordinaria diventa un’opera strategica non più considerabile di serie B. Milano, le città, non possono più permettersi tombini e caditoie ostruiti da foglie, carte, rifiuti.
GLI ESPERTI d’idraulica civile dicono che a causare l’allagamento simultaneo di quasi tutta la città sono stati un mix di fattori. Il primo è la quantità d’acqua caduta: 100mm in sei ore. Il secondo le caditoie sporche che andrebbero pulite con più frequenza. La terza concausa che potrebbe aver influito sono i lavori stradali che spesso alzano il livello delle carreggiate a discapito dei punti di fuga per le acque sempre più ristretti. Sulla manutenzione attacca il consigliere comunale dei Verdi, Carlo Monguzzi: «I tombini non curati sono saltati subito, non dopo ore di pioggia. Una città che non cura i tombini ma si occupa solo di effimero e del quadrilatero della moda è una città male amministrata».
NELLA PARTE OVEST di Milano gli allagamenti hanno provocato anche un black out elettrico durato diverse ore e che ha colpito anche la sede di Radio Popolare che, per la prima volta dalla sua nascita nel 1976, è stata costretta a interrompere le trasmissioni. A causa dell’allagamento della centralina elettrica di zona dalle 10.30 i programmi sono andati in onda grazie al gruppo elettrogeno, fino alle 13.45 quando ha smesso di funzionare. Il silenzio in onda è durato un paio d’ore: redattori e redattrici hanno improvvisato una diretta video dalla pagina Instagram della radio con il contributo degli ascoltatori.
DALLA PARTE OPPOSTA della città, i danni maggiori li ha fatti il fiume Lambro che ha allagato l’omonimo quartiere. A scongiurare un’esondazione pesante del fiume Seveso (avvenuta in modo limitato solo verso le 15) è stata invece la vasca di laminazione costruita dal comune di Milano a Bresso. È la prima di una serie di vasche da costruire lungo il percorso del fiume, ma le altre sono di competenza della regione Lombardia e sono tutte in estremo ritardo. Le forti piogge hanno provocato danni pesanti anche in Valle d’Aosta e in Piemonte, con problemi grossi in Val di Susa. Un uomo di 58 anni investito dalla piena del torrente Orco risulta disperso.
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