Europa

A Bruxelles va in scena il contro vertice dei falchi

A Bruxelles va in scena  il contro vertice dei falchi

Italian style Chiamati da Giorgia Meloni, i leader sovranisti si vedono prima dell’inizio del vertice ufficiale per concordare una linea comune sull’immigrazione

Pubblicato circa un mese faEdizione del 17 ottobre 2024

Sarà il contro vertice dei falchi, la riunione dei leader sovranisti decisi a imporre all’Unione europea politiche ancora più dure sull’immigrazione. E poco importa se anche al loro interno non mancano le divisioni: sulle questioni più importanti, come rimettere mano alla legislazione Ue per aprire hub per i rimpatri nei paesi terzi sicuri, l’accordo è pressoché unanime. E tutti guardano con interesse al protocollo siglato dall’Italia con l’Albania.

Nata inizialmente come una riunione tra Italia, Olanda e Danimarca per concordare una linea comune sull’immigrazione da tenere al Consiglio europeo di oggi a Bruxelles, con il passare delle ore la lista dei capi di governo che avrebbero chiesto di partecipare all’incontro è andata via via allungandosi, tanto che ieri una fonte diplomatica impegnata nell’organizzazione affermava che «non tutti saranno in grado di entrare nella stanza». Sicura la partecipazione di otto paesi: ai tre iniziali, si sono aggiunti Grecia, Polonia, Repubblica Ceca e altri due, ma in realtà sarebbero di più e avranno come base della discussione la lettera che 15 paesi hanno inviato a maggio scorso alla Commissione Ue chiedendo soluzioni innovative, come appunto gli hub per i rimpatri, nella ricerca di una soluzione che metta fine all’immigrazione irregolare. Anche per questo non è esclusa la partecipazione della presidente della Commissione Ursula von der Leyen.
Tutti paesi «like-mindend», cioè che la pensano allo stesso modo, come spiega a sera Giorgia Meloni alla fine del vertice tra Ue e Paesi del Golfo. «C’è voglia di lavorare in modo pragmatico e vedere risultati come l’Italia ha dimostrato» dice la premier non nascondendo l’entusiasmo. «Quando i risultati arrivano altri capiscono, ci vogliono aiutare e allargare il perimetro di questo lavoro perché è un problema europeo, non italiano».

Su una cosa non ci sono dubbi: anche la riunione di oggi è una conseguenza dei risultati delle elezioni europee di giugno che hanno imposto una decisa svolta a destra all’Unione. Non a caso dall’incontro restano fuori i socialisti, sempre più preoccupati da una possibile saldatura – anche in seno al Consiglio – tra Popolari e sovranisti sull’immigrazione. «Siamo contrari ai centri di deportazione dei migranti in paesi terzi alla Ue», aveva detto due giorni fa il premier spagnolo Pedro Sanchez. Più esplicita è stata ieri la vice premier Yolanda Diaz, esprimendo «un rifiuto totale per il piano Meloni che sostanzialmente è una violazione della legalità internazionale e dei diritti umani». Un riferimento al protocollo con l’Albania che invece piace ai partecipanti all’incontro di oggi, seppure con qualche distinguo da parte della Grecia. Da notare come fino a ieri sera la Germania, alla quale sarebbe stato chiesto di partecipare, non aveva ancora risposto, mentre la Francia non sarebbe stata invitata.

Sul vertice ufficiale, vale a dire la riunione del Consiglio europeo, resta però l’incertezza di poter raggiungere delle conclusioni comuni. Fino a ieri sera, anzi, la possibilità che l’immigrazione alla fine venga depennata dal documento finale, evitando così di rendere ufficiali le divisioni, era più che concreta. Lo scontro è tra i paesi che chiedono di anticipare l’applicazione di alcune parti del Patto su immigrazione e asilo (tra questi Spagna e Italia ma anche una decina di paesi nordici tra cui anche l’Olanda) e chi invece, come Polonia e Ungheria, vorrebbe allungare i tempi. Tra i punti sul tavolo anche quelli che prevedono un maggiore impegno da parte dei paesi di primo ingresso, come Italia e Grecia, nello svolgere gli screening dei migranti impedendo i cosiddetti movimenti secondari, ovvero evitare che dopo essere sbarcati i richiedenti asilo si rechino verso i paesi del nord Europa.

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