Nel pomeriggio di ieri l’aereo Sea Bird, della Ong Sea Watch, ha assistito a un’intercettazione di un barcone carico di migranti da parte dalla sedicente «guardia costiera» libica che potrebbe aver causato dei morti. «Decine di persone sono finite in acqua nel tentativo di fuggire dal respingimento illegale», scrive l’Ong che ha pubblicato una foto sul caso.

La motovedetta coinvolta è la Zawyia, donata dall’Italia alle autorità di Tripoli, che ha preso a bordo una trentina di persone. Sulla scena era presenta anche la nave Humanity 1 che ha portato al sicuro 46 persone finite in mare. «Purtroppo non si sa con certezza se e quante persone abbiano perso la vita», afferma l’equipaggio del velivolo civile che pattuglia il Mediterraneo dall’alto.

La Humanity 1 è ora in navigazione verso Livorno con a bordo 176 naufraghi: oltre all’evento citato ha realizzato altri due soccorsi. Non si può dunque escludere che venga detenuta dalla guardia costiera italiana in base al decreto Piantedosi di gennaio. Altri due salvataggi li ha realizzati, sempre ieri pomeriggio, la Geo Barents di Medici senza frontiere. Sulle imbarcazioni in vetroresina c’erano 44 persone, tra cui quattro bambini piccoli e diversi minori. Assegnato il porto di Taranto.