Sono tre i naufragi di cui si ha contezza avvenuti tra sabato e lunedì lungo la rotta tunisina. Fanno un totale di 90 morti. I cadaveri recuperati sono 14, ma per i 76 dispersi non ci sono speranze. L’ultima tragedia è avvenuta ieri al largo di Sfax. Il portavoce del tribunale locale, Faouzi Masmoudi, ha comunicato che tutte le vittime erano di origine subsahariana.

Altri due barconi si sono ribaltati sabato non lontano da Lampedusa. Nel primo episodio la guardia costiera ha salvato 43 persone. Nel secondo 57. Questo intervento è stato particolarmente complesso a causa delle condizioni del mare. Nel video diffuso dalle autorità italiane si vedono gli uomini della guardia costiera mettercela tutta con ogni mezzo a disposizione. Tra i morti c’è anche il figlio di una 23enne ivoriana, chiamata Miriam. La donna era convinta che il bimbo, di appena un anno e mezzo, si fosse salvato: solo ieri gli psicologi le hanno dato la terribile notizia. Il corpo si trova nella camera mortuaria del cimitero dell’isola.

Ha invece avuto esito positivo il soccorso dei migranti rimasti bloccati sugli scogli della costa di Ponente per quasi due giorni. Venerdì sera il barcone su cui viaggiavano era andato a sbattere, ma il forte maestrale aveva impedito l’arrivo delle motovedette su un tratto accessibile solo dal mare. Prima i vigili del fuoco hanno calato acqua e viveri, poi domenica sono intervenute le squadre del soccorso alpino che insieme ai militari dell’aeronautica hanno portato tutti a bordo dell’elicottero, uno a uno, con l’uso di imbracature.

Oggi 750 migranti lasceranno l’hotspot di Lampedusa, dove ieri si erano raggiunte 2.250 presenze (la capienza è di 400 posti). Complessivamente, ha fatto sapere la Croce rossa italiana, dalla struttura sono passate 32mila persone tra il primo giugno scorso e ieri.

Ieri un’altra tragedia si è consumata al largo delle coste del Sahara Occidentale. Una barca di migranti si è ribaltata: cinque persone sono morte, 189 sono state salvate. Undici di loro sono finite nell’ospedale di Dakhla in condizioni critiche. Speravano di raggiungere le isole Canarie.