Migranti: nel Mediterraneo centrale record di arrivi, 42mila nel 2023
Il report L'agenzia Frontex: nei primi quattro mesi dell'anno c'è stato un calo del 21% nella rotta balcanica, la flessione è costante in tutti i flussi tranne quello verso Lampedusa. Gli ingressi illegali in Ue in totale sono stati 80.700
Il report L'agenzia Frontex: nei primi quattro mesi dell'anno c'è stato un calo del 21% nella rotta balcanica, la flessione è costante in tutti i flussi tranne quello verso Lampedusa. Gli ingressi illegali in Ue in totale sono stati 80.700
Nei primi quattro mesi del 2023 gli attraversamenti illegali della frontiera Ue lungo la rotta del Mediterraneo Centrale sono stati 42.165, il quadruplo rispetto a gennaio-aprile 2022, toccando il massimo dal 2009 da quando, cioè, è iniziata la raccolta dei dati. I migranti sono arrivati soprattutto da Costa d’Avorio, Guinea e Pakistan. Sono i dati diffusi ieri dall’agenzia Frontex. Tra gennaio e aprile 2023 il numero dei rilevamenti totali a livello Ue è salito a 80.700 (il picco più alto dal 2016), in aumento di circa il 30% rispetto a un anno prima.
Gli ingressi illegali sono calati lungo tutte le rotte quest’anno tranne che nel Mediterraneo Centrale, che pesa per oltre la metà del totale degli arrivi: «I gruppi criminali utilizzano sempre più imbarcazioni di metallo improvvisate, assemblate frettolosamente entro poche ore dalla partenza – si legge nel report -. Spesso i pescherecci trainano queste barche di metallo più vicino all’isola italiana di Lampedusa, la loro destinazione principale».
Il Mediterraneo centrale ha determinato tutto l’aumento del 28% dei rilevamenti totali del 2023; le altre sette rotte hanno registrato cali compresi tra il 7% e il 47%. Ad aprile in totale sono stati censiti 25.200 attraversamenti irregolari, con un aumento del 25% su base annua. «I gruppi della criminalità organizzata stanno approfittando della volatilità politica in alcuni Paesi di partenza per aumentare il numero di migranti che trasportano attraverso i confini dell’Ue» prosegue Frontex. Sebbene i siriani siano stati finora «la nazionalità più frequentemente rilevata quest’anno» con il 17% del totale su tutte le rotte migratorie, il loro numero è diminuito di poco più della metà negli ultimi mesi «a favore dei subsahariani»: il numero di ivoriani è aumentato di 8 volte e le registrazioni di cittadini della Guinea sono quintuplicate.
La rotta del Mediterraneo orientale, tra Turchia e Grecia, ha fatto segnare ad aprile 1.473 attraversamenti; 7.856 in totale nei primi quattro mesi dell’anno, pari a meno 31% rispetto allo stesso periodo del 2022. Nel Mediterraneo occidentale, tra Africa e Spagna, gli attraversamenti il mese scorso sono stati 830, 2.876 tra gennaio e aprile 2023, pari a meno 15% rispetto ai primi quattro mesi del 2022.
La rotta dei Balcani occidentali (Macedonia del Nord, Serbia e Bosnia fino a Ungheria e Croazia) ha registrato un significativo calo tra gennaio e aprile. Nei primi quattro mesi del 2023 sono stati rilevati 22.546 passaggi irregolari, con una diminuzione del 21% rispetto all’anno precedente. La maggior parte dei migranti rintracciati nei Balcani provengono da Siria, Afghanistan e Turchia. Secondo Frontex, uno dei fattori del calo è la politica dei visti (che si è allineata in tutta l’area a quella dell’Ue) unita al pugno di ferro dell’Ungheria: nel 2022, denuncia Amnesty International, il governo magiaro ha respinto al confine 157.879 persone.
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