È una conta senza soluzioni di continuità quella delle persone migranti che perdono la vita tentando di raggiungere un’Europa in gran parte assuefatta alla loro tragedia. Un’Europa che finge attenzione solo quando le vittime sono centinaia o i cadaveri riemergono sulle spiagge di qualche località turistica. Le barche, però, si ribaltano quasi ogni giorno e quasi ogni giorno il numero dei morti aumenta ancora un po’.

Ieri ci sono stati due naufragi, lungo due diverse rotte migratorie, lontane l’una dall’altra. «Si conferma una nuova strage nell’Atlantico con 39 vittime, tra cui quattro donne e un bebè. Il gommone ha supplicato per 12 ore un soccorso in acque di responsabilità spagnola», ha twittato nel pomeriggio Helena Maleno Garzón, portavoce della Ong Caminando Fronteras. L’organizzazione monitora sistematicamente quanto accade lungo le frontiere marine della penisola iberica e delle Canarie.

Nello stesso episodio in 24 sono stati salvati da una motovedetta marocchina. «Perché non è intervenuto nessuno?», accusa Alarm Phone, che stava seguendo il caso e ha fatto sapere che il barcone era partito dalla città marocchina di Agadir. Entrambe le Ong avevano pubblicato la posizione dei migranti. Le autorità spagnole li avevano avvistati con un aereo e dirottato un mercantile per assisterli. Non è stato sufficiente.

Un altro barchino è naufragato tra martedì e mercoledì vicino Lampedusa. La guardia costiera italiana ha tratto in salvo 44 persone. Tre, stando ai racconti dei sopravvissuti, risultano disperse. È stata smentita la notizia, circolata per alcune ore nel pomeriggio di ieri, del ritrovamento del cadavere di un bambino.

L’eurodeputato ed ex medico dell’isola Pietro Bartolo, in visita sulla maggiore delle Pelagie con una delegazione di colleghi Ue, ha dichiarato: «È l’ennesima conta di morti e non si fermerà se non si cambia strategia. L’unica soluzione è aprire canali sicuri e legali di ingresso. Altrimenti l’Europa spenderà i suoi soldi con un unico risultato: ingrossare le tasche dei trafficanti e tradire i principi su cui è nata. Quelli di accoglienza, solidarietà, difesa dei diritti umani».