Non si fugge solo dall’Ucraina. Carestie, persecuzioni ma soprattutto altre guerre spingono ogni anno decine e decine di migliaia di persone a lasciare il proprio Paese per cercare fortuna altrove. Da questa parte del globo la mèta non può che essere l’Europa e in particolare l’Unione europea verso la quale muovono, o cercano di muovere uomini, donne e bambini pronti a tutto pur di lasciarsi alle spalle una vita che nella stragrande maggioranza dei casi è segnata da miseria e violenze.

Se nei due anni precedenti la pandemia aveva in qualche modo condizionato l’andamento delle partenze dal continente africano, dall’inizio dell’anno le cose sembrano andare diversamente, almeno stando ai dati forniti ieri da Frontex, l’agenzia europea per il controllo delle frontiere, che segnala come ormai i numeri degli arrivi ai confini esterni dell’Unione (ma anche del Regno unito) siano in costante crescita al punto da registrare il numero più alto di attraversamenti dei confini dal 2016. Nel primo trimestre del 2022, segnala infatti Frontex, i migranti entrati in maniera irregolare sono stati 40.300, il 57% in più rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Solo a marzo 11.700 persone sono state registrare alle frontiere esterne, il 20% in più rispetto allo stesso mese del 2021.

Tra le rotte più battute dai migranti in testa figurano quella del Mediterraneo orientale che fa segnare un aumento del 132%, con un totale di 7.005 attraversamenti pari a più del doppio rispetto al 2021, con un significativo aumento alle frontiere di Cipro (5.100 del totale). E la rotta dei Balcani occidentali, con un +115%. che da sola, spiega Frontex, «rappresenta quasi la metà degli attraversamenti illegali delle frontiere nei primi tre mesi di quest’anno». Il numero di migranti individuati a marzo nella regione, prosegue l’Agenzia, è quasi triplicato a 6.650 mentre le principali nazionalità rilevate sono quelle siriana e afghana.

I dati segnalano un aumento significativo in termini percentuali (+714%) alle frontiere orientali, ma la cifra – fa notare Frontex – è fortemente condizionato da un certo numero di cittadini ucraini che cercano di entrare illegalmente nella Ue pur potendo attraversare regolarmente i valichi di frontiera,

Discorso a parte va fatto per quanto riguarda il Mediterraneo centrale. Per il primo trimestre di quest’anno Frontex registra infatti una diminuzione degli arrivi del 17% attestandosi a 6.202 sbarchi, dato che contrasta leggermente con quello fornito dal Viminale secondo il quale gli sbarchi da gennaio a marzo sono stati 6.832 (8.642 se si considera il periodo 1 gennaio-19 aprile).

Infine vanno segnalati i numeri forniti dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) e relativi ai migranti intercettati e riportati in Libia dalla cosiddetta Guardia costiera di Tripoli finanziata anche dal governo italiano: 4.013 persone, tra le quali anche 122 minori. Solo nel periodo 10-16 aprile i migranti riportati indietro sono stati 45. Dallo scorso gennaio – spiega l’Oim – sono stati 95 i profughi che hanno trovato la morte nel tentativo di attraversare il Mediterraneo, mentre di 381 persone si sono perse le tracce. Lo scorso anno le vittime accertate erano state 662, i dispersi 891, mentre 32.425 i migranti intercettati e riportati in Libia. Appena venerdì scorso l’ultimo naufragio: una piccola barca in legno su cui viaggiavano 35 persone, si è capovolta al largo di Sabrata in Libia. Solo sei corpi sono stati recuperati mentre altri 29 naufraghi risultano dispersi.